Il tragico rientro delle coppie dalle vacanze

venerdì 16 settembre 2022


Per i terapeuti specializzati nelle relazioni umane, settembre e ottobre sono mesi di fuoco. Per le coppie, la stretta convivenza nei mesi delle vacanze fa scoppiare in genere conflitti latenti o cronici. Per tutti la villeggiatura è il periodo più atteso dell’anno, una tregua dalla quotidianità, ma può trasformarsi in un attimo in una trappola mortale per i coniugi che solitamente nascondono i loro problemi affogando la propria vita nel lavoro, nelle chat di gruppo e nel muto rifugio del film serale.

Il Paìs, quotidiano spagnolo, sostiene che le vacanze possono essere un’arma a doppio taglio. Sono la prova del nove in cui le coppie felici escono molto più forti, e quelle insicure ritornano leccandosi le ferite, sulla pelle e nell’animo. In genere, durante le vacanze, la tolleranza per i problemi o imprevisti è decisamente ridotta: tutto deve essere perfetto, come nelle foto sui social. Queste poi, sono già false, perché “hanno un filtro e mostrano solo la parte meno danneggiata e problematica di noi stessi”, osserva nel suo servizio il quotidiano. Molti terapeuti puntano il dito su “alcuni nuovi modelli di vacanza che incoraggiano litigi o conflitti” come “la moda delle roulotte, con pochissimo spazio, soprattutto se si hanno figli”. Tra settembre e ottobre gli psicologi fanno gli straordinari per cercare di rimettere insieme i pezzi di coppie sull’orlo della crisi.

I fidanzati “vengono a cercare l’estrema unzione – afferma Miren Larrazabal, psicologa clinica e presidente della Società internazionale specialisti in sessuologia – affinché si possa confermare che la relazione è morta e quindi poter romperla con la conferma di un professionista. Naturalmente, un terapeuta non consiglia né decide, il suo compito è rendere visibile la situazione e far prendere decisioni ai membri della coppia”. C’è anche “chi confessa di non credere affatto alla terapia, ma di esservi approdato solo perché il partner gli ha messo un aut-aut. Si tratta per lo più di uomini trascinati in terapia dalle donne. E poi ci sono quelli che credono davvero in noi psicoterapeuti e pensano che possiamo aiutarli”, afferma la terapeuta.

Se le vacanze quindi si sono tramutate in una dichiarazione di guerra a tutto spiano, l’unica alternativa alla crisi, rottura e separazione è che dopo la villeggiatura rientri in campo la routine e il superlavoro. Con la quotidianità e il tam-tam i nuovi confitti passano in secondo piano e vengono dimenticati. Almeno fino alla prossima estate.


di Zaccaria Trevi