Diabete in Italia: intervista al professor Luigi Uccioli

Un eccesso di zuccheri (glucosio) nel sangue è il fattore che determina una malattia cronica che si chiama diabete mellito. Si divide in due forme principali: il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. Nel nostro Paese 3,6 milioni di persone, fra i 20 e i 65 anni – tra i quali un 10 per cento di cinquantenni – ne sono affette. Una crescita negli ultimi venti anni del 60 per cento. L’impatto della malattia sul Sistema sanitario nazionale e regionale è notevole. Basti pensare che la riduzione delle aspettative di vita per chi ha il diabete non in controllo glicemico è di 7/8 anni; il 38 per cento dei diabetici soffre di insufficienza renale, il 22 per cento di retinopatia e una percentuale di circa il 3 per cento ha problemi agli arti inferiori e ai piedi, che possono giungere a una amputazione. L’otto per cento dell’intero budget del Sistema sanitario nazionale è assorbito dai pazienti con il diabete: si tratta di oltre 9 miliardi di euro. La spesa sanitaria per ogni paziente è di circa 2.800 euro.

Dai dati comparativi dell’Ocse (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione) sulle amputazioni nei pazienti diabetici è dimostrato che l’Italia è uno dei Paesi in cui si amputa meno. L’articolo pubblicato in questi giorni, in cui è stato analizzato il contributo alla ricerca scientifica nell’ambito “piede diabetico”, mostra come l’Italia sia tra i Paesi più attivi nella ricerca. Addirittura, due autori italiani sono nella top five mondiale. Uno di loro è il professor Luigi Uccioli, diabetologo, responsabile dell’Unità piede diabetico del Policlinico Universitario Tor Vergata di Roma. Questo a conferma che la ricerca scientifica di livello ha risvolti positivi sulla salute e qualità di vita dei pazienti.

Quali sono i disturbi che vi dovrebbero mettere in allerta riguardo il diabete?

I disturbi che devono mettere allerta sono una necessità insolita di urinare e contestualmente un bisogno continuo di bere. Se si hanno questi sintomi è necessario fare un controllo della glicemia in laboratorio

Che differenza c’è tra diabete e diabete mellito?

Diabete e diabete mellito sono in realtà sinonimi. Bisogna piuttosto distinguere tra il diabete di tipo 1, detto anche insulino-dipendente, perché deve essere necessariamente trattato con l’insulina. Colpisce in genere soggetti giovani. Rappresenta circa il 5-10 percento di tutte le forme di diabete. Il tipo di diabete molto più comune (circa il 90 per cento) è il diabete di tipo 2, detto anche diabete non insulino dipendente, definito anche in maniera erronea come “diabete alimentare”. Colpisce in genere adulti intorno ai 50 anni in genere in sovrappeso con uno stile di vita sedentario. Questo tipo di diabete viene considerato frequentemente dai pazienti come un “po’ di diabete”’ o “diabete leggero”, a connotare falsamente un diabete non particolarmente grave. Questo tipo di valutazione conduce spesso a una gestione della malattia spesso superficiale, che purtroppo lascia invece spazio allo sviluppo delle complicanze croniche del diabete. Tra queste la retinopatia, che colpisce gli occhi, la nefropatia che colpisce i reni, la neuropatia che colpisce i piedi e la vasculopatia che colpisce le arterie del cuore, le arterie che portano sangue alla testa e agli arti inferiori. La neuropatia e la arteriopatia periferica sono a loro volta responsabili del “piede diabetico”, una grave complicanza che porta ad ulcere croniche ed amputazioni.

Qual è il tipo più pericoloso di diabete?

Sia il diabete di tipo 1 che quello di tipo 2 sono pericolosi alla stessa maniera quando, non curati in modo adeguato, manifestano le complicanze croniche di cui abbiamo parlato.

Quali sono i fattori di rischio?

Per il diabete di tipo 2 i fattori di rischio sono legati soprattutto alla alimentazione e a uno stile di vita sedentario. Per il diabete di tipo 1 i fattori di rischio sono genetici e come tali non controllabili.

Si può evitare il sopraggiungere della malattia facendo una dieta equilibrata?

In caso di familiarità per il diabete di tipo 2 il rischio di sviluppare la malattia diabetica è direttamente proporzionale al peso. Quindi una dieta che permette di perdere peso permette anche di allontanare il rischio di sviluppare diabete.

Che cos’è il piede diabetico?

È una complicanza che si sviluppa con ulcere croniche e/o cancrena nei pazienti che hanno un diabete di lunga data complicato da neuropatia e/o arteriopatia periferica.

Quali i sintomi, i pericoli e cosa fare?

I sintomi della Neuropatia sono rappresentati soprattutto dalla presenza di formicolio ai piedi, soprattutto di notte e da una riduzione della sensibilità. Nei casi più avanzati si arriva a ustionarsi i piedi (d’estate con la sabbia calda e d’inverno con il fuoco del focolare) perché non si avverte assolutamente dolore. I sintomi dell’arteriopatia periferica sono legati alla scarsità di sangue che arriva, con dolore che compare ai polpacci già dopo aver percorso pochi passi o con la comparsa di ulcere o aree di necrosi che guariscono con estrema difficoltà.

Molti studi nel mondo sul tema del piede diabetico.

Negli ultimi anni è aumentato enormemente il numero di studi sul piede diabetico, perché si è visto che si poteva fare moltissimo per permettere alle ulcere ai piedi di guarire evitando così il rischio di amputazione.

Nel 2004, secondo gli studi, sono stati registrati 119 articoli e nel 2020 addirittura 703. Come mai la curva delle pubblicazioni si è impennata negli ultimi anni, forse per l’insorgere del Covid?

Assolutamente no. L’incremento dei lavori è precedente al Covid ed è legato alle nuove possibilità di cura che sono state messe a punto negli ultimi anni.

In quale Paese del mondo si amputa di più e come mai?

Paradossalmente uno dei Paesi in cui si amputa di più sono gli Stati Uniti di America dove la cura del diabete è a pagamento e quindi larga parte della popolazione diabetica si cura in maniera inadeguata e questo comporta lo sviluppo delle complicanze croniche con le conseguenze che abbiamo descritto.

@vanessaseffer

Aggiornato il 10 febbraio 2022 alle ore 12:33