Roma e rifiuti, un problema irrisolto

Il recente Rapporto Rifiuti Urbani 2020 dell’ente pubblico Ispra evidenzia sempre di più il disastro di Roma Capitale nella gestione del ciclo dei rifiuti: l’inefficienza e gli scarsi investimenti nella dotazione impiantistica comportano continuamente la circolazione dei rifiuti in altre province laziali, in altre regioni e in Europa.

Con i suoi tre milioni di abitanti, Roma produce i due terzi di tutta l’immondizia del Lazio (1,69 milioni di tonnellate nel 2019) e l’attuale dotazione impiantistica della sua municipalizzata Ama copre complessivamente il 15 per cento del totale dei rifiuti prodotti (il 25 per cento dell’indifferenziato, il 10 per cento del multimateriale da selezionare e l’8 per cento dell’organico).

La percentuale di raccolta differenziata è appena del 45 per cento nel 2019 ed è la più bassa nel resto della regione, inclusa la sua stessa provincia ed è ben lontana dalle altre grandi Capitali e dagli obiettivi europei da raggiungere in materia di economia circolare.

Ma il punto dolente non è solo questo. La grande massa di rifiuti indifferenziati prodotti dalla Capitale, pari ad oltre un milione di tonnellate all’anno, ha causato un aumento considerevole delle quantità di rifiuti urbani conferiti in discarica: oltre il 60 per cento nell’arco degli ultimi tre anni, da 335mila tonnellate a 613mila tonnellate. Inoltre, Roma non solo non riesce a fare la raccolta differenziata ma non possiede nemmeno gli impianti per trattare e smaltire la frazione indifferenziata dei suoi rifiuti e ricorre a quelli presenti altrove (compreso l’impianto di termovalorizzazione di San Vittore del Lazio).

Le politiche “rifiuti zero” e della raccolta differenziata spinta della sindaca Virginia Raggi e della sua amministrazione hanno fallito. Come abbiamo evidenziato in altre occasioni e in diverse iniziative territoriali, la vera economia circolare si basa sulla gestione (nel proprio territorio) e valorizzazione dei rifiuti di vario tipo: da quelli di origine organica a quelli indifferenziati.

Non dobbiamo scaricare sugli altri le nostre inefficienze. È il tempo di agire (senza sé e senza ma) per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente circostante e per evitare che gli stessi romani paghino tasse sui rifiuti sempre più salate.

 

 

Aggiornato il 23 dicembre 2020 alle ore 20:00