Giornalisti contro giornalisti

La stampa e la televisione stanno diventando troppo litigiose e non rispettose delle norme etiche e contrattuali. Si moltiplicano gli episodi di giornalisti contro giornalisti. Perduto il fair play, le critiche si fanno più aspre. La redazione del Sole 24 Ore, dopo un periodo di attriti e polemiche interne tra vertice e base del giornale ha deciso di sfiduciare il direttore, Fabio Tamburini che aveva replicato, “vi dovete vergognare” alle critiche di aver ecceduto nell’ospitare articoli (ben 25 in un solo mese) dei vertici della Confindustria (editore del quotidiano economico). La Rai non segue criteri di assoluta trasparenza sulle promozioni e nell’affidamento degli incarichi. Su iniziativa di una redattrice del Tg1, il Tar del Lazio ha accertato la violazione dell’azienda di viale Giuseppe Mazzini nel negare l’accesso agli atti sulle ultime numerose promozioni e nomine fatte dal direttore, Giuseppe Carboni. Si è trattato di un altro successo legale dell’avvocato civilista ed esperto del diritto del lavoro e contrattuale, il molisano Vincenzo Iacovino. Il principio di trasparenza e imparzialità deve essere sempre rispettato. Servizio di pessimo gusto della redazione di “Striscia la notizia” di Canale 5 contro il direttore di Rai Tre, Franco Di Mare, dopo che il Tg satirico gli aveva consegnato un Tapiro d’oro per la vicenda degli scontri verbali tra Mauro Corona e la conduttrice Bianca Berlinguer con conseguente decisione del direttore di rete di escludere il “montanaro” dalla trasmissione. A parte le gaffe commesse da Franco Di Mare nel corso della sua carriera da inviata e conduttore (che sono sempre criticabili) quella che è apparsa esagerata è stata la rappresentazione del giornalista con “perizoma leopardato”.

Preso per i “fondelli” il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari. All’ormai 96enne “Barbapapà” sono arrivate due inaspettate stroncature: una dall’inviato del Foglio, Pietro Petrucci (il re nel suo cono d’ombra) e la seconda attraverso uno sberleffo a fumetti per opera di Stefano Disegni del quotidiano Il Fatto Quotidiano (fine penna mai). Due prese in giro pesanti per un giornalista considerato tra coloro che hanno più inciso nel giornalismo italiano. Petrucci, già inviato di Repubblica e l’Espresso, si trincera dietro una frase di uno scrittore congolese “era un giornalista e aveva il prurito di un scrittore”. Petrucci accusa Scalfari “di aver preso le distanze dall’attualità terrena quando è rimasto silenzioso di fronte ai primi malumori della redazione suscitati dall’arrivo dell’ultimo successore Maurizio Molinari. Oggi Repubblica è una nave ammiraglia di una flotta esposta agli scossoni dei nuovi corsari del giornalismo”. La striscia del fumetto del Fatto è impietosa. Vengono disegnati redattori che leggono l’editoriale di Scalfari dal titolo “I libri che ho letto” chiosando “basta, dai. È chiaro che ha un ghostwriter di 8 anni e lo paga a ricariche di telefonino”.

Il clima di tensione al Sole 24 Ore avrà ripercussioni. La sfiducia non ha conseguenze pratiche immediate ma tutta la vicenda evidenzia lo scollamento tra proprietà e redazione. Sui 135 giornalisti, dei 200 in organico, che hanno partecipato al voto via e-mail (formula contestata da 35 redattori) i voti di sfiducia sono stati 97, i favorevoli 16, 19 astenuti, due schede bianche e una nulla. Sarà arduo per Fabio Tamburini ricostruire un clima di serenità. I dati sull’editoria elaborati a settembre bocciano quasi tutti i giornali ad eccezione di Avvenire, il Fatto e il Giornale. Forti perdite degli sportivi.

Aggiornato il 23 novembre 2020 alle ore 11:06