Irpinia, il ricordo di una ferita mai dimenticata

Alle 19,34 i rintocchi delle campane di chiese e cattedrali hanno ricordato, una per una, le vittime del terremoto del 23 novembre 1980 che in provincia di Avellino persero la vita soprattutto sotto le macerie dei centri storici sbriciolati dalla scossa durata 90 secondi di una intensità pari al decimo grado della Scala Mercalli.

Nel quarantesimo anniversario del sisma è giunto alle popolazioni colpite il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sottolinea “la immensa volontà e forza per ripartire” mostrate dalle popolazioni nella “peggiore catastrofe della Repubblica”.

“Anche il senso di comunità che consentì allora di reagire, di affrontare la drammatica emergenza, e quindi di riedificare borghi, paesi, centri abitati, e con essi le reti di comunicazione, le attività produttive, i servizi, le scuole, appartiene - ricorda Mattarella - alla nostra memoria civile”. “L’opera di ricostruzione ha mobilitato energie”, e il capo dello Stato auspica un “analogo impegno comune che sappia utilizzare in maniera adeguata risorse finanziarie e progettuali destinate alla ripartenza dopo la pandemia”.

Da quella tragedia, secondo il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, deve venire “un’esortazione a non darsi mai per sconfitti persino nei momenti più bui e dolorosi”.

L’omaggio e il ricordo per le vittime si è manifestato oggi in Irpinia in tanti modi. Ad esempio attraverso l’inaugurazione di parchi, quello della Memoria a Sant’Angelo dei Lombardi dove sono stati piantati 432 alberi tanti quante furono le vittime, e di monumenti, come il Melograno scoperto a Lioni, a significare l’unità di popolo ancora necessaria per giungere ad una memoria condivisa che senza occultamenti e sottovalutazioni necessaria ad affrontare un futuro che, anche in Irpinia resta problematico. Dagli anni successivi al terremoto, riprese e si ingrossò il nuovo fenomeno migratorio che tuttora continua: ogni anno, duemila irpini lasciano la provincia in cerca di lavoro e futuro professionale in altre regioni e all’estero. Sempre a Sant’Angelo dei Lombardi, il comandante della Legione Campania, generale di divisione Maurizio Stefanizzi, ha partecipato alla cerimonia per ricordare i sette carabinieri morti, insieme a 29 familiari, tra questi anche il capitano comandante della Compagnia, Roberto Pecora, sotto le macerie della caserma.

Su invito del Prefetto di Avellino, Paola Spena, che nel pomeriggio ha incontrato in videoconferenza insieme al sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia, i sindaci dei comuni del “Cratere”, nei 118 comuni della provincia di Avellino è stato osservato un minuto di silenzio alle 19,34. Il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, insieme ad autorità civili e religiose ha deposto una corona di alloro ai piedi del monumento che in Piazza del Popolo, nel centro storico del capoluogo, ricorda le vittime. Numerosi i confronti promossi da associazioni no profit, dal volontariato, dagli ordini professionali, dai sindacati sui temi della sicurezza antisismica e dello sviluppo della Protezione civile.

Aggiornato il 01 marzo 2021 alle ore 19:06