Cosa fanno i navigator?

Sul sito di Anpal (Agenzia nazionale politiche attive lavoro) si legge un quesito, “cosa fanno i navigator?”. Perfetto, vorremmo saperlo anche noi. La loro presenza sicuramente serve a giustificare i ricchi stipendi dei vertici di questa azienda, sulla cui utilità sono in molti ad interrogarsi, polemiche a parte, al di fuori del vasto ambito del poltronificio di Stato.

Compito principale del navigator è (sarebbe) supportare gli operatori dei centri per l’impiego nella realizzazione di un percorso che coinvolga i beneficiari del reddito di cittadinanza, dalla prima convocazione fino all’accettazione di un’offerta di lavoro congrua. Detto così suona bene, peccato che l’esperienza ad oggi è fallimentare perché di possibilità lavorative, tramite questa via, ce ne sono state davvero pochine. Colpa del Covid potrebbe dire, o ha già detto, qualche titolare delle ricche prebende acquisite nel poltronificio.

“Durante il primo appuntamento vengono completate le attività di verifica preliminare dei requisiti, e vengono raccolte le informazioni sul nucleo familiare. Si inizia – prosegue l’informativa sul sito – registrando le esigenze e aspettative della persona, per poi analizzare le caratteristiche del mercato del lavoro di riferimento, con i suoi specifici trend occupazionali e professionali. Viene così creata una mappa delle opportunità, degli incentivi e dell’offerta formativa, e assieme al beneficiario si definiscono le attività propedeutiche all’inserimento lavorativo”.

Una mappa delle opportunità…parola chiave. Visto che la mappatura dei positivi Covid, contagiati o meno, e dei loro contatti tarda a decollare in troppe regioni, oppure presenta criticità importanti, vista la carenza di personale dedicato o dedicabile, cioè da distogliere in altre attività, perché non usiamo i navigator per questa attività di tracciamento? Sono già stati messi a lavorare in smart working. In fondo, basta una stanza, qualche computer e qualche telefonino per evitare di utilizzare come tracciatori personale sanitario formato per ben altre attività oppure, addirittura, studenti del corso di laurea in Scienze infermieristiche. Il problema della carenza dei tracciatori ormai è nota, le conseguenze possono essere disastrose. La soluzione c’è. A meno che non si voglia chiedere aiuto a Tex Willer, che per seguire le tracce è imbattibile.

@vanessaseffer

Aggiornato il 21 ottobre 2020 alle ore 09:37