Le persone scomparse: strategie in campo

Non solo nomi celebri come Ettore Majorana, Federico Caffè ed Emanuela Orlandi: le persone che ogni anno scompaiono senza lasciare traccia sono alcune migliaia. È tuttavia solo dal 1974 che si è iniziato a contarle, cioè da quando è stata istituita la banca dati delle forze di polizia, conosciuta come Sdi (Sistema di indagine). Da allora e fino a oggi sono ancora da rintracciare quasi 62mila persone, più di quanti sono gli abitanti di città come Savona o Matera.

Il fenomeno è anche molto più ampio, se si guarda al numero delle denunce per scomparsa, alle quali segue in molti casi il ritrovamento della persona: solo lo scorso anno sono state oltre 15mila, tantissime, anche se molte meno degli anni neri, il 2016 e il 2017, quando le denunce erano abbondantemente oltre le 20mila, circa duemila ogni mese. Il 2020 sembra andare meglio, con cinquemila denunce di scomparsa nel primo semestre. Comunque troppe, considerando che qualcuna andrà ad allungare la lista delle persone irrintracciabili.

Quali sono le cause di questo fenomeno? Nella maggior parte dei casi si tratta di allontanamenti volontari, spesso determinati da situazioni di disagio familiare, ma anche da problematiche legate al rendimento scolastico o riconducibili al consumo di droghe. Numerosi sono anche gli allontanamenti da istituti e comunità e quelli dovuti a disturbi psicologici. Poi c’è il fenomeno dei figli minori sottratti da uno dei coniugi, spesso portati all’estero senza il consenso dell’altro. Per finire, ci sono le possibili vittime di reati, come i cosiddetti casi di “lupara bianca”.

Dietro a ogni persona che svanisce nel nulla c’è l’angoscia di intere famiglie, accompagnata da un’attesa che potrebbe non avere mai fine. Da qualche anno i familiari delle persone scomparse si sono riunite in associazione, con il meritorio scopo di offrire assistenza legale e psicologica a quanti soffrono per la scomparsa di una persona cara. Lo Stato, anche su sollecitazione dei familiari, ha istituito nel 2007 il commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, con compiti di coordinamento delle amministrazioni statali, di monitoraggio, di studio e di informazione. Periodicamente, il commissario redige anche una relazione analitica sull’andamento del fenomeno e sull’attività svolta, avvalendosi dell’ufficio alle proprie dipendenze allocato presso il ministero dell’Interno. L’incarico, che è attribuito ad alti dirigenti che hanno maturato significative esperienze lavorative nel corso della carriera, è attualmente ricoperto dal prefetto Silvana Riccio, sotto la cui guida prosegue il trend di crescita dei ritrovamenti da parte delle forze dell’ordine.

Ma come ci si deve comportare in caso di scomparsa? L’indicazione è di chiamare subito il 112, perché le prime ore sono le più importanti ai fini della ricerca. Poi cercare di fornire più informazioni e dettagli possibili, controllando ad esempio la stanza in uso alla persona scomparsa e, dove disponibili, il cellulare e il computer. Anche le informazioni sulle eventuali motivazioni da ricollegare alla scomparsa possono rivelarsi preziose. Le moderne tecnologie non disponibili in passato, come ad esempio i droni o il tracciamento dei dati lasciati dal cellulare, possono essere di valido aiuto nelle fasi della ricerca.

Nel frattempo, il commissario straordinario sta lavorando per migliorare i piani provinciali per la ricerca degli scomparsi, sulla base delle evidenze emerse in questi anni. L’obiettivo è di abbreviare i tempi delle ricerche e di restituire il più alto numero possibile di persone ai loro affetti.

Aggiornato il 20 ottobre 2020 alle ore 10:07