Le comunità indigene del Canada e la tutela del patrimonio idrico

venerdì 26 giugno 2020


La tutela del patrimonio liquido mondiale compie un nuovo passo in avanti grazie alla realtà canadese. Il Canada ha infatti un posto in prima fila in materia idrografica, detenendo il 7 per cento delle riserve di acqua dolce ed il terzo complesso di ghiacciai, dopo Antartide e Groenlandia. Da Montréal al Lago Erie si estende la porzione del San Lorenzo nel Seaway System, attraversando le province del Québec e dell’Ontario e costituendo parte del confine tra Stati Uniti e Canada. Il fiume San Lorenzo è di vitale importanza geografica, idrologica ed economica per entrambi i Paesi, poiché costituisce una grande arteria commerciale nel Nord America, dall’Atlantico al cuore degli Stati Uniti ed oggi, dai suoi porti, si sviluppa una fitta rete di trasporto multimodale attraverso la quale si raggiunge tutto il continente nordamericano.

Come ribadito dal Centro Studi Italia Canada, “la decisione di qualche anno fa del Governo del Québec di preporre una figura specifica, l’Emissario ai Cambiamenti Climatici, proprio per approfondire l’azione internazionale in tema di cambiamenti climatici per favorire relazioni di partenariato nel mondo dimostra che il Governo del Québec ha attribuito alla Diplomazia Climatica un compito importante”.

L’esperienza che la provincia francofona canadese possiede è particolarmente preziosa in un’ottica mondiale di gestione dei cambiamenti climatici e di attivazione di politiche di resilienza favorite dall’interscambio di know-how ed informazioni sulla gestione sostenibile dell’acqua.

Negli ultimi giorni, una nuova ed importante notizia giunge dal Paese, con la creazione di un’Autorità dell’acqua, che sarà ufficializzata entro il 2022, gestita delle comunità indigene che potranno monitorare e proteggere i patrimoni idrici della nazione canadese. L’Atlantic Water Authority of Nations dovrebbe essere operativa e indipendente entro la primavera del 2022, con un gruppo dirigente che sarà eletto entro il prossimo aprile. Il ministro per gli affari indigeni canadese Marc Miller ha annunciato che il governo federale contribuirà con 2,5 milioni di dollari alla creazione dell’agenzia, creando la prima autorità idrica del Paese di proprietà e gestita completamente dalla popolazione indigena locale.

Le comunità indigene in Canada pagano attualmente il 20 per cento dei costi totali operativi e di manutenzione dei sistemi idrici e idraulici e il governo federale finanzia le infrastrutture della capitale. Attualmente, ben 15 comunità indigene in Nuova Scozia, New Brunswick e sull’Isola del Principe Edoardo fanno parte dell’accordo quadro annunciato dal governo canadese e presto altre comunità indiane, quali quelle di Terranova e della zona del Labrador, potrebbero unirsi per la gestione di tale autorità idrica.

Ottawa continuerà a fornire finanziamenti per la tutela locale delle risorse idriche, ma la gestione, la pianificazione e il monitoraggio del sistema e delle risorse economiche sarà curato dall’autorità idrica gestita dalla popolazione indigena. Molte comunità indigene locali, tra cui quella di Potlotek a Cape Breton, hanno lottato per decenni contro lo sfruttamento dell’acqua e per una qualità e sostenibilità del patrimonio liquido, riuscendo a sviluppare una coscienza civica nella comunità e generando sistemi politici di maggior controllo locale.

Il Canada e l’attuale esecutivo, guidato dal primo ministro Justin Trudeau, confermano la propria vitalità in materia ambientale e di rispetto della storia e della cultura delle popolazioni indigene locali, attraverso la condivisione delle esperienze geografiche ed economiche dei corsi d’acqua e al fine di dare un seguito concreto agli accordi internazionali sulle questioni di tutela e crescita ambientale. Ricordiamo che tra gli obiettivi del governo vi è quello di assumere gli indigeni locali per permettere loro di sviluppare in modo innovativo e sostenibile le competenze della comunità nella gestione del patrimonio liquido.


di Domenico Letizia