Avvocati in piazza, a Roma un “funerale” laico

martedì 23 giugno 2020


Avvocati in piazza, da Bari a Roma, e nelle piazze virtuali, per la effettiva ripartenza della Giustizia. Il ministro Alfonso Bonafede nei giorni scorsi ha annunciato per il primo luglio la ripresa regolare dei processi, ma i legali chiedono garanzie.

L’Ordine degli avvocati della Capitale ha inscenato un “funerale” laico della giustizia, davanti alla sede della Cassazione, in segno di protesta contro “i ritardi che stanno caratterizzando la fase di ripresa delle attività”. Alcune decine gli avvocati presenti - un numero concordato con la prefettura per garantire il distanziamento, spiegano - con le bandiere italiane e anche con un bara. “È morta la tutela dei diritti e delle libertà di milioni di cittadini”, hanno scritto sull’annuncio funebre esibito. L’avvocatura romana ritiene “inaccettabile” che tanti settori, da quelli produttivi allo sport siano ripartiti, mentre la Giustizia è “drammaticamente ancora ferma al palo”.

A Milano, in una conferenza stampa il presidente dell’Ordine degli avvocati Vinicio Nardo ha chiesto “innovazioni tecnologiche e cambiamenti strutturali”, in modo che la giustizia possa “essere pronta alla possibile ricaduta in autunno. Il periodo di chiusura ci ha insegnato cosa occorre cambiare”. E l’ordine di Brescia, in una lettera al ministero della Giustizia, chiede un protocollo unico, tenendo però “conto dei territori maggiormente provati dal Covid-19 come la Lombardia”.

Circa 300 avvocati pugliesi sono scesi in piazza anche a Bari per un “piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici giudiziari” e “una norma di legge, anche con decretazione d’urgenza, che consenta lo svolgimento di tutte le attività giudiziarie anche nei prossimi mesi di emergenza”.

Negli oltre tre mesi di lockdown l’avvocatura distrettuale stima che siano stati rinviati circa l’80 per cento dei processi civili e penali. C’è poi chi ha scelto la strada della campagna social: gli avvocati dell’associazione Libertà e Dignità Forense hanno realizzato un video con i toni della commedia per denunciare che “a oltre un mese dalla fine del lockdown si celebrano solo il 20 per cento dei processi. Tanti proclami ma la giustizia di fatto è ancora paralizzata”.

“Non ti posso difendere”, lo slogan scelto, che è anche la risposta dei legali, che nel video si sono improvvisati attori, ai possibili clienti, “perché gli uffici giudiziari sono praticamente paralizzati”.

“Cerchiamo di sensibilizzare la cittadinanza e il ministro Bonafede - spiega l’avvocato Onorio Laurenti - per un intervento effettivo. Veniamo da un sistema che è già in difficoltà, e ora è tutto ancora più rallentantato. Se prima un giudice teneva due udienze a settimana, trattando 25 cause alla volta, ora si fa udienza un giorno, con una causa ogni ora. Le cancellerie sono fisicamente sono chiuse e il processo telematico non è ancora sufficiente”. “Il primo luglio non riapriranno i tribunali”, sostengono gli avvocati: “Perché si vuol fermare la giustizia, mentre è ripartito tutto?”.


di Redazione