Tutelare la libertà di religione dell’emergenza

L’Istituto Bruno Leoni invita il governo, le Regioni e i sindaci a consentire un ordinato esercizio della libertà di fede e culto.

Sostiene l’Ibl: “L’emergenza non può diventare la scusa per multare sacerdoti che cercano di portare conforto alle persone che credono e che nella loro fede cercano un ancoraggio in tempi difficili. L’emergenza non può essere la ragione per umiliare un cittadino musulmano o ebreo, che ha abitudini e consumi coerenti con le sue credenze religiose”.

Di seguito il testo dell’appello, indirizzato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla ministro per gli interni Luciana Lamorgese, ai Presidenti delle Regioni in quanto titolari di potere di ordinanza e ai sindaci per quanto di competenza della polizia locale.

Signor Presidente Conte,

Signora Ministro Lamorgese,

Signori Presidenti e Sindaci,

A Rocca Imperiale, un sacerdote che portava un crocefisso in processione solitaria è stato multato per 400 euro. Un cittadino marchigiano di origine marocchina è stato multato per 533 euro, al rientro dal Paese in cui si era recapito per acquistare carne halal, l’unica che può consumare per la sua religione. Un altro sacerdote a Marina di Cerveteri ha dovuto interrompere la messa celebrata via streaming con la porta della chiesa aperta. I poliziotti hanno contestato che vi fossero alcune persone ferme fuori dalla chiesa, dove l’accesso era stato comunque bloccato dal prete.

Governare è sempre bilanciare istanze diverse, ed è sicuramente difficile farlo in una crisi grave come quella che stiamo vivendo. Ma se è giusto chiedere agli italiani buon senso e responsabilità, buon senso e responsabilità dovrebbero dimostrare anche le autorità pubbliche. L’emergenza non può diventare la scusa per multare sacerdoti che cercano di portare conforto alle persone che credono e che nella loro fede cercano un ancoraggio in tempi difficili. L’emergenza non può essere la ragione per umiliare un cittadino musulmano o ebreo, che ha abitudini e consumi coerenti con le sue credenze religiose.

Anche in un mondo secolarizzato, non possiamo non riconoscere il ruolo essenziale della libertà di culto e fede: la nostra Costituzione riserva ad esse una protezione specifica, a memoria del fatto che un Paese che non riconosce queste libertà finisce per non riconoscere l’essenza stessa della libertà di pensiero e espressione.

Proprio oggi, quando la libertà di muoversi, di riunirsi, di lavorare delle persone è già così pesantemente limitata, è importante trovare il modo di garantire loro come esprimere la propria identità, le loro convinzioni più profonde. Nelle ultime settimane, il governo ha prodotto a pieno regime decreti e circolari per interpretarli, in risposta alle preoccupazioni e ai dubbi dei cittadini. Le regioni hanno emanato molte ordinanze, spesso più limitative di quanto disposto dal governo.

Auspichiamo che i vostri poteri interpretativi e regolatori possano evitare che l’attuazione delle regole imposte per contrastare la diffusione del Covid-19 comporti la compressione della libertà di culto e la folle umiliazione di chi non fa che esercitarla, considerando anche l’inizio, per molti italiani, della Settimana Santa. L’isolamento sociale già ci separa dai nostri cari, che non tenti di separarci dalle nostre coscienze.

Aggiornato il 06 aprile 2020 alle ore 16:59