Le forze dell’ordine ancora dimenticate dal governo

“Presidente Sergio Mattarella, oltre alla crisi che permane abbiamo paura delle rivolte che avverranno se non cambia il direttore d’orchestra di questo triste concerto”.

I sindacati e le associazioni vicine alle Forze dell’ordine sono stufe di applausi e coretti dai balconi e guardano al sodo. Almeno a leggere cosa scrive su “Magazine sicurezza” una delle voci più autorevoli del settore, quella di Massimo Martini, a proposito dei decreti economici, confusi almeno come quelli sanitari. Che però sono quelli nel mirino sarcastico di chi ha scritto l’articolo nella homepage che fa riferimento tra le altre anche all’Associazione nazionale dei sostenitori delle forze dell’ordine... A proposito della giornata di domenica si legge tra l’altro che “la notizia che fa più scalpore è che nelle prossime settimane si potrebbe passare alla fase due. Peccato che il Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, proprio venerdì dichiarò alla stampa che la riapertura sarebbe stata valutata dopo il 16 maggio”.

Però, quello stesso giorno, ”nel consueto appuntamento delle 18 il presidente facente funzione dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro dichiara che la curva dei contagi è in discesa e che le misure stanno funzionando”.

E allora? “Ormai non si capisce più niente – scrive Martini – quello che a noi fa più paura, oltre al dilagare del virus in tutto lo Stivale, è che ancora oggi a quasi due mesi dal primo caso indice, le nostre Forze dell’ordine e armate che, assieme ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari si trovano in prima linea per contrastare il nemico invisibile, siano ancora a corto di dispositivi di protezione individuale”.

E questo perché? Risposta laconica: ”Purtroppo molto spesso i materiali vengono ritirati in quanto non conformi alla normativa Ce. Nonostante questo, i nostri uomini in divisa devono garantire la sicurezza e l’ordine pubblico mettendo ancora di più a repentaglio la loro vita. Siamo a bordo di una nave senza comandante”.

Come a dire che non si può neanche urlare a qualcuno: “Torni a bordo c…!”. Totale?

“Durante la Grande Guerra, dopo la disfatta di Caporetto il Re sollevò dall’incarico il Generale Cadorna mettendo al suo posto il Generale Diaz. Oggi, a quasi cento anni da quell’evento, vorremmo che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella prendesse le redini della Nazione”.

Implicitamente il Governo Conte viene considerato nell’ambiente di tutte le forze pubbliche di sicurezza come il Cadorna di turno. In attesa di trasformarsi direttamente in Badoglio. Ma questa sarà una storia del futuro dopoguerra.

Aggiornato il 06 aprile 2020 alle ore 12:55