La battaglia tra agnelli e lupi

martedì 31 marzo 2020


In merito all’affaire Barbara D’Urso-Matteo Salvini, ecco la mia personale opinione assolutamente non richiesta. Da cattolico noto come nessuno abbia scritto l’unica cosa veramente importante al riguardo, l’unico vero motivo di biasimo nei confronti dei due soggetti in questione: il problema non sono quei 15 secondi in cui hanno pregato l’Eterno riposo, ma sono tutti gli altri! Se la D’Urso non basasse scientificamente i suoi programmi sui più pruriginosi e bassi istinti umani (invidia, rabbia, gelosia, curiosità morbosa, falsità, tradimento, voyeurismo) non ci sarebbe assolutamente nulla di male nel recitare un Eterno riposo, soprattutto in giorni bui come questi. Se Salvini non basasse scientificamente la sua propaganda politica solo su certi argomenti, non ci sarebbe assolutamente nulla di male nel recitare un Eterno riposo, soprattutto in giorni bui come questi. Ma lo hanno fatto, in barba ad ogni coerenza, e sapendo benissimo di scatenare quello che hanno scatenato. E così, ancora una volta, sono riusciti nel loro intento mediatico, quello di essere su tutte le bacheche dei social e su tutti i giornali, creando divisioni e fazioni: gli indignati laicisti da un lato (quelli che “quando arriva l’Inquisizione?”) e i cattolici dell’ultima ora, (quelli che “sono cattolico ma questo Papa”). Ai cattolici dell’ultima ora consiglio di giudicare i frutti di questi due personaggi ricordando Luca 6,43-45: “Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore”.

Agli indignati laicisti ricordo che la pìetas verso i defunti è sempre (sempre) segno di civiltà citando l’Elettra di Sofocle: “Dimmi, dei morti non darsi pensiero sarebbe virtù? Presso che genti tal fede germoglia? Fra quelle riscuotere onore io non vorrei, né, se bene posseggo, godermelo in pace, se l’ali agli acuti lamenti troncare dovessi, frodarne l’onore ai parenti. Ché, se il defunto, null’altro che polvere, giace, e i rei non conoscon le pene del loro assassinio, pudore o pietà fra gli uomini più non sarà”. 

Sintesi per gli analfabeti funzionali: il problema non è la preghiera fatta in tivù, ma l’ipocrisia di chi l’ha recitata con fini ben diversi da quelli della pietà verso i defunti. La battaglia non è tra credenti e non credenti, cattolici e non cattolici, ma tra agnelli e lupi o, peggio ancora, tra agnelli e lupi travestiti da agnelli. La D’Urso e Salvini, nelle loro apparizioni pubbliche, non rappresentano in alcun modo il mondo cattolico.

Sintesi per gli imbecilli: continuate a guardare la D’Urso.


di Paolo Domenico Vitale