La felicità dentro casa

Sono indubbiamente tempi cupi, dove l’incertezza di ciò che accadrà e la percezione che molte cose stiano inesorabilmente cambiando pervadono il nostro quotidiano. La reclusione nelle nostre mura domestiche, per quanto accoglienti e confortevoli, si sta rivelando molto meno agevole e rassicurante di quanto avessimo potuto immaginare, ed il comportamento da evasi indisciplinati di molti nostri connazionali ne è la testimonianza più evidente.

Siamo un popolo mediterraneo, carico di passione e gioia di vivere che tutto il mondo ci invidia: la nostra terra unica, in cui abbiamo avuto la fortuna di nascere, ci regala panorami mozzafiato, natura materna e ricca dei frutti più squisiti ed un clima mite grazie al quale possiamo godere del calore e della luce del sole per la gran parte dell’anno. Siamo abituati a sentirci liberi di godere di tutto questo senza limitazioni e doverci ora rinunciare, sebbene per motivi gravi che riguardano la nostra salute e la sopravvivenza di molti cittadini come noi, sembra quasi una richiesta insostenibile.

Ebbene, forse potrà essere un po’ di conforto in questo momento, il volgere lo sguardo verso quei Paesi che, seppur europei come noi, a causa di condizioni climatiche ed ambientali molto diverse dalle nostre, hanno adottato stili di vita che per lunghi periodi dell’anno assomigliano un po’ alla nostra attuale reclusione domestica forzata. Mi riferisco in particolare ai Paesi del Nord Europa. Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Finlandia.

L’assunto dal quale mi pare interessante partire è quello che dal 2013 ad oggi, ogni volta che il World Happiness Report (Whr) ha pubblicato la sua classifica annuale, questi cinque Paesi sono stati tutti tra i primi dieci, occupando i primi tre posti della classifica nel 2017, 2018 e 2019.

Sono moltissimi i fattori presi in considerazione e non possiamo certo farne qui una disamina dettagliata, ma per i nordici la felicità è una cosa seria. E c’è un elemento che può forse aiutarci a capire meglio, e si riassume in una sola parola. In danese “hygge”, nelle altre quattro lingue “mys”.

È un vocabolo che si traduce difficilmente nella nostra lingua e non credo che sia un caso. Questo perché in periodi dell’anno in cui la luce del sole scarseggia per lunghissime ore, dove domina un clima freddo a dir poco rigido e uscire diventa decisamente spiacevole, ecco che il termine fa riferimento proprio alla dimensione delle mura di casa che diventano nido e rifugio, luogo di accoglienza e calore, dove fare ciò che più ci piace in compagnia delle persone care, riuscendo a godere delle piccole cose che possono (sembrerà strano ma è proprio così) trasformare una condizione quasi obbligata in un’occasione di piccola, grande felicità.

Leggere un buon libro (o addirittura prendere la buona abitudine di leggere!) magari nell’angolo di casa più accogliente ed intimo; vedere un film sul divano tutti insieme ascoltando i commenti irresistibili dei più piccoli o affrontando insieme un tema su cui confrontarsi; scoprire o ri-scoprire la buona cucina sana e gustosa del “fatto in casa” gustando un ottimo bicchiere di vino; cambiare la disposizione di alcuni mobili o soprammobili, per adattare ancora di più la casa alle nostre necessità, pensando a nuovi colori e a nuovi profumi da utilizzare; scrivere una lettera di proprio pugno; trasformare il proprio bagno in una Spa a lume di candela dove prendersi cura di sé e coccolarsi; ascoltare la propria musica preferita.

Tutto sommato piccoli gesti, comportamenti semplici, essenziali, “northern style”, profondamente diversi dall’impeto travolgente dei popoli latini, ma tutti coltivabili nell’intimo delle nostre case che molto lontane dall’essere gabbie opprimenti possono, proprio in questo momento, aiutarci a creare attorno a noi il “senso della felicità”. Ritrovata tra le mura domestiche, aspettando di poterla riscoprire insieme in ogni angolo di questo splendido paese.

Aggiornato il 20 marzo 2020 alle ore 13:24