Il Generale Mori, numero uno dei sostenitori delle Forze dell’Ordine

È inutile che ci giri retoricamente attorno, il generale Mario Mori è il nostro debito con lo Stato. Se possiamo essere grati per qualcosa in Italia, lo siamo perché testimoni proprio in questo Paese di quarant’anni di Mario Mori che equivale a dire lotta alla mafia e al terrorismo. È per questo che resta costante, dopo cinque anni, il fatto ineludibile che la tessera numero uno dei Sostenitori delle forze dell’Ordine vada a lui”.

Con queste parole a Roma, giovedì 5 marzo, poco prima dell’apocalisse Covid 19, il presidente Massimo Martini ha conferito al Prefetto Mario Mori la prima tessera dell’associazione, un prestigio dalla fondazione che non ha bisogno di molte spiegazioni.

Il Generale Mario Mori si distinse nell’Arma, ad inizio carriera, durante gli anni di piombo, al servizio del generale Dalla Chiesa guidando la Sezione Anticrimine. Fu il componente fondativo del Ros per l’eccellente capacità investigativa nel settore della criminalità organizzata e terroristica. Condusse la cattura di Totò Riina e innumerevoli indagini sviluppate a livello internazionale a cui seguirono arresti ed eliminazioni di organizzazioni criminali anche transnazionali. Fu direttore del Sisde dal 2001 al 2006 e medaglia militare al merito di lungo comando.

“Se da cinque anni sono il primo tesserato di questa associazione a cui tengo molto è anche simbolico per me – conclude il generale Mori – perché in fondo proprio io ho dovuto credere nel valore del tempo, quello necessario affinché una storia lunga come la mia potesse essere raccontata. Ne è servito di tempo per quanto è complesso tutto ciò che è avvenuto. A questo punto sarebbe onesto che i rischi del nostro lavoro e tutti i prezzi da pagare fossero proporzionali in forza al momento in cui saranno finalmente riconosciuti. A maggior ragione se tutto ciò è stato paradossale”.

Aggiornato il 18 marzo 2020 alle ore 14:11