Il mondo del volontariato

martedì 17 marzo 2020


Sembra retorica, ma va sempre ricordato. Nei momenti di difficoltà c’è un mondo che si mette in movimento: è quello del volontariato. È un mondo che arriva dove normalmente non arrivano le istituzioni, che si regge spesso su contributi privati e sull’abnegazione di persone animate dal desiderio di fare qualcosa di utile per il prossimo.

Lo vediamo ogniqualvolta viviamo uno stato di bisogno. Come questo che stiamo attraversando ora. I Comuni, che sono gli enti più prossimi ai cittadini, non ne possono prescindere. Soprattutto dopo i numerosi tagli dei trasferimenti statali, che è difficile e inopportuno compensare con aumenti della imposizione fiscale locale in un momento di recessione economica.

Non è un fenomeno solamente italiano e va detto anche per non scadere in melensi luoghi comuni privi di fondamento. Nel Regno Unito, ad esempio, è sorprendente constatare il numero delle associazioni di volontariato e il loro livello di specializzazione, che arrivano a interessare ogni possibile situazione di fragilità, dalle ragazze madri ai senzatetto, dalle vittime di violenza ai ragazzi disadattati.

In Italia è frequente che gli organismi di volontariato affianchino il settore pubblico, come avviene ad esempio per la sanità. Nelle regioni del nord, dove il volontariato è più diffuso ed è una occupazione anche per tanti anziani dopo la pensione, i volontari sono presenti massicciamente negli ospedali e nelle case di riposo. Grazie a contributi economici (più privati che pubblici) riescono a garantire i trasporti per i bisognosi di trattamenti chemioterapici tramite ambulanze autofinanziate.

Moltissimi Comuni non potrebbero garantire servizi essenziali se non esistessero i volontari della Protezione civile. Spesso non ce ne accorgiamo, perché si attivano solo in presenza di calamità, ma loro sono sempre lì, pronti a intervenire in caso di bisogno. E non solo in presenza di terremoti o alluvioni.

In questo periodo in molti Comuni i volontari della Protezione civile consegnano le medicine al domicilio agli anziani e agli invalidi. E lo fanno con il sorriso e con tanta gentilezza. Oppure si offrono per consegnare la spesa a chi non può uscire di casa perché è anziano o invalido. Spesso sono ragazzi che scelgono di impiegare così il loro tempo anziché dedicarlo al divertimento.

Piccole e grandi cose, che ci fanno sentire più vicini gli uni agli altri.


di Andrea Cantadori