Virus e burocrazia

Zoonosi. Ovvero, malattie trasmesse all’uomo dagli animali selvatici, tipo pipistrello delle foreste, come l’attuale Coronavirus pandemico, ultimo nato che trova praterie sconfinate di contagio perché oggi l’Umanità non ha anticorpi e, quindi, nessuna pregressa copertura di gregge. Ma quello che sta strabiliando il resto del mondo è l’assistenza sanitaria pubblica del sistema-Italia. Ce ne eravamo dimenticati.

Cioè, avevamo accettato tagli dolorosi al nostro welfare (più di 40 miliardi in dieci anni!) per il rispetto dei vincoli di bilancio imposti dai Trattati europei e, malgrado tutto, per ora siamo riusciti a curare i malati e a far fronte alle urgenze di rianimazione causate dal Coronavirus! Gli Italiani, quelli della fiaschetta al collo e del grumo di spaghetti al sugo arrotolati sulla forchetta, resistono incompresi sulla linea del Piave, tenendo in piedi con la loro zona rossa nazionale tutte le altre armate sanitarie dei Paesi alleati, nell’irriconoscenza di questi ultimi! In questo lungo periodo di auto quarantena dobbiamo fare anche noi un nostro personalissimo mea culpa come Nazione: da un lato, il nostro Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) è stato finanziariamente dissestato dalla regionalizzazione che ha prodotto la mostruosa moltiplicazione dei centri di spesa, qualche migliaio, che hanno distrutto immense risorse pubbliche in corruzione, duplicazioni, assunzioni clientelari, nomine politiche a-meritocratiche di medici, primari, Direttori Amministrativi e Sanitari, Direttori Generali e quanto altro.

Responsabili di questo sono tutti gli schieramenti politici, nessuno escluso! Poi, la seconda causa è il Fiscal Compact, introdotto in Costituzione nel 2012 e alla chetichella (poiché passato a tempo record con la maggioranza qualificata dei due terzi, cosa che ha impedito il ricorso al referendum confermativo!), con la complicità di tutti i così detti Partiti dall’arco costituzionale! Vi ricordate gli Illuminati (Monti, Ciampi, Prodi...) che come politici e tecnici della sinistra hanno firmato i Trattati capestro di Dublino, Maastricht, Fiscal Compact e Moneta Unica? Noi, invece di ridurre la spesa pubblica imponendo una drastica dieta dimagrante al Moloch della P.A., abbiamo preferito tagliare linearmente sui servizi sanitari di base, invece che disarticolare l’elefante burocratico imponendo a burocrati e dirigenti una radicale rivoluzione digitale, che privilegiasse lo smart-working generalizzato e l’assoluta trasparenza in remoto di procedure e procedimenti burocratici. Stiamo vedendo ora come l’emergenza da Coronavirus abbia fatto di necessità virtù: l’elefante riottoso della P.A è stato preso per le immense orecchie (sorde…) e costretto a ricorrere al lavoro a distanza. Cosa che ha contribuito a liberare strade e reti urbane di trasporto da consistenti flussi di traffico e inquinamento, salvando per di più in tal modo il contribuente dalla perdita di milioni di ore di lavoro per file agli sportelli! Il nostro Paese, dopo le uscite collettive liberatorie sui balconi, dovrebbe alla svelta memorizzare e ritenere acquisito irreversibilmente per sempre questo dato del cambiamento.

A occhio e croce, imponendo alla burocrazia italiana (sistema giustizia compreso!) lo smart-working generalizzato si risparmierebbero decine di miliardi di euro/anno! L’informazione mediatica di questo Paese dovrebbe dedicare moltissime energie qualificate a formulare proposte di rinnovamento amministrativo e, soprattutto, a capire e far capire all’elettore che le burocrazie crescono e prosperano a causa della sterminata moltitudine di norme in vigore (duecentomila?). A interpretarle, in un terrificante linguaggio burocratese, una P.A. disastrata che moltiplica praticamente all’infinito sia i livelli di intermediazione decisionale, sia gli aspetti distruttivi che ha sulle finanze del Paese il gigantesco volume di atti per auto-amministrazione. Infatti, ad avviso di chi scrive, la circolazione interna (corrispondenza, documentazione e atti) rappresenta nella P.A. qualcosa come il 95 per cento della sua produzione totale! Carte che, all’atto pratico, non solo non servono a un bel nulla, dal punto di vista dell’esausto contribuente, ma per di più assorbono immense risorse pubbliche in stipendi inutili, acquisto o affitto superflui di sedi e uffici, etc., etc.. Faccio un esempio lampante. Sapete che tutto il circuito giudiziario è praticamente inceppato dalle astruse e borboniche regole sulle notifiche giudiziarie?

Eppure, a mio avviso, il digitale offrirebbe un semplicissimo rimedio a tutto questo, per accelerare in modo impressionante i tempi della giustizia. Come? Semplice: è sufficiente obbligare normativamente gli avvocati patrocinanti, all’atto di ricevere mandato dai loro assistiti, ad aprire contestualmente un indirizzo di posta certificata a nome di questi ultimi e, per vincolo di mandato, gestirlo in loro vece presso il proprio domicilio legale. I patrocinanti interessati dovranno poi con immediatezza comunicare tali indirizzi ai Tribunali competenti per i procedimenti in corso. Da allora in poi, tutte le comunicazioni e gli atti giudiziari saranno trasmessi ai suddetti indirizzi di posta certificata. Anche un bambino delle elementari capirebbe che questa è la strada giusta! Poi, per le assunzioni e gli acquisti in materia di Ssn va istituita sotto forma di Agenzia indipendente (il cui presidente va designato a maggioranza qualificata dal Parlamento) una centrale unica nazionale, che faccia tre cose fondamentali: fissare standard delle prestazioni e delle dotazioni sanitarie uguali per tutti sull’intero territorio nazionale; azzerare la miriade (migliaia) di centri di spesa di Asl e affini, garantendo acquisti comuni centralizzati e il ricorso esclusivo a procedure internazionali comunitarie per l’acquisizione di tutte le forniture relative; il reclutamento, selezione e nomina per merito comparativo rispetto a tutte le posizioni dirigenziali all’interno del Ssn.

Apprendiamo almeno queste lezioni dal Coronavirus: in un solo anno potremmo così recuperare una parte significativa del crollo attuale del Pil che, a mio avviso, dovrebbe costarci non meno del 5percento su base annua 2020.

Aggiornato il 16 marzo 2020 alle ore 12:19