La salute alimentare tra giovani generazioni e nuovi media

mercoledì 26 febbraio 2020


L’analisi dei comportamenti alimentari della nostra attualità può aiutare a rispecchiare una serie di tipicità che possiamo definire di carattere sociologico, psicologico ed economico. Tutte le organizzazioni internazionali e onusiane riconoscono l’importanza della Dieta Mediterranea (o Modello Alimentare Mediterraneo) quale percorso alimentare da diffondere, far conoscere, studiare e, soprattutto, praticare. È importante comprendere come l’alimentazione sia già in sé educazione alimentare, stile di vita dell’individuo, espressione di cultura, che aspira a realizzare un equilibrio nel rapporto tra corpo e psiche.

Il cibo può così essere considerato un ambito di riscoperta di valori da arricchire con nuove prospettive di equità sociale e di rispetto ambientale, oltre che di cura della propria salute. È sicuramente fondamentale recuperare un rapporto sano con il cibo, resistendo alle molteplici campagne pubblicitarie delle industrie alimentari, perché il cibo non è solo ciò che ingeriamo per necessità o per piacere, ma anche un’occasione importante per stabilire uno scambio comunicativo e d’informazione con gli altri.

Sono coloro che ricoprono un ruolo educativo, nella formazione e crescita dei più giovani, a dover sottolineare l’importanza del cibo per la salute, ma anche la sua funzione di reale veicolo emotivo e comunicativo. Tematiche che pongono l’attenzione sul rapporto tra giovani, media ed alimentazione. La direttrice del Festival Cerealia, Paola Sarcina, ospite di una recente trasmissione su “Radio Luiss”, sottolinea l’importanza di tale rapporto: “Dobbiamo far comprendere che l’alimentazione è soprattutto conoscenza. Grazie ai nuovi media e ai social network possiamo arrivare a moltissimi giovani, facendo capire il rapporto tra sostenibilità ambientale, alimentazione, educazione alimentare e lotta allo spreco del cibo. Il nostro Festival vuole proporre un modello alternativo di alimentazione, partendo dalla conoscenza e scoperta dei cereali, che possa diffondersi e divenire oggetto di analisi proprio tra i giovani di tutto il Mediterraneo, che oggi sembrano divenire sempre più protagonisti di nuove scelte ecologiche e di sostenibilità. Si può far molto partendo dalle proprie scelte individuali, ma non basta. La forza dei social, in questo caso, potrebbe essere quella di aggregare richieste e proposte dei giovani in rapporto ad una nuova idea di alimentazione per far arrivare petizioni, proposte, progetti e nuove iniziative alle istituzioni e alle agenzie educative. Dobbiamo affermare il diritto alla conoscenza anche in rapporto a ciò che mangiamo, sottolineando l’importanza della certificazione del prodotto, della qualità del prodotto e dei diritti fondamentali di tutti coloro che lavorano e producono in tale settore”.

L’affermazione di internet e l’avvento delle nuove tecnologie, hanno infatti stravolto le abitudini alimentari dando il via ad una vera food revolution. La generazione dei nativi digitali rivolge grande attenzione alla qualità del prodotto e alle proprietà nutrizionali degli alimenti; sempre più giovani vogliono infatti sapere di più sulla provenienza e la tracciabilità del cibo che consumano. Tra le priorità giovanili ritroviamo: l’alto gradimento di alimenti organici, biologici, a Km zero, l’attenzione per la sostenibilità, ma anche la richiesta di un’offerta più ampia di prodotti, contenuta nel prezzo, anche per le nuove famiglie o i single.

“Allo stesso tempo – sottolinea Paola Sarcina - bisogna continuare a svolgere attività informativa ed educativa, perché l’Italia è anche uno dei paesi occidentali con il maggior numero di giovani affetti da sovrappeso e obesità; si cucina sempre meno a casa e si mangia sempre meno cibo cucinato in famiglia. Molto spesso i cibi di qualità sono preclusi alle fasce più povere della società, che si rifornisce negli hard discount. Se è vero che è aumentata la sensibilità dei giovani verso le questioni ambientali, dall’altra parte ci sono ancora molti giovani che mangiano cibo spazzatura e non riflettono sull’importanza e rilevanza delle loro scelte alimentari, non solo per la salute, ma anche per l’ambiente”.

Opportunità che dobbiamo cogliere e diffondere” ha dichiarato Franz Martinelli, presidente della Gi.&Me. Association nonchè partner del Festival Cerealia.

Martinelli ha più volte annunciato: “L’alimentazione può essere il nuovo strumento giovanile per diffondere al grande pubblico le vertenze sulla sostenibilità e l’ecologia. I giovani, con l’utilizzo dei social network, possono viralizzare in pochi attimi una serie di iniziative e proposte alimentari, valorizzando una sana agricoltura e diffondendo l’importanza del Modello Alimentare Mediterraneo, partendo, ad esempio, dal recupero delle varietà autoctone e non industriali dei grani, come il nostro progetto dei Grani Antichi di Tunisia. Dobbiamo essere propositivi, chiedendo democratizzazione dei prezzi e qualità del cibo e comprendendo l’importanza dei nuovi media per lanciare tali messaggi, così come una parte delle nuove generazioni ha perfettamente compreso”.

I nativi digitali rispetto alle generazioni precedenti spendono di più in cibo, ma possono anche essere più informati su ciò che mangiano, grazie all’uso dei social media e dei canali digitali. Coniugare questi fattori potrebbe divenire uno strumento efficace non solo per campagne educative ed informative, ma anche per fare emergere e approvare, da parte delle nostre istituzioni, nuove vertenze legate all’agroalimentare e alla sostenibilità delle nostre esistenze, in coerenza con i punti fondamentali dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Anche per questo il Festival Cerealia sta lavorando ad un evento con e per i giovani, sui temi dell’educazione alimentare ed ambientale, che si svolgerà il 6 giugno a Roma e a cui hanno già aderito Gi&Mi Association, Radio Luiss, CEFORM Centro Europeo per la Formazione, estendendo l’invito a partecipare come parte attiva ad associazioni giovanili italiane e stranerie, gruppi universitari, associazioni e movimenti ambientalisti.


di Domenico Letizia