Istat, crollo delle nascite: 116mila italiani in meno

Sempre meno nascite. È la fotografia impietosa del calo demografico italiano secondo l’Istat. Si tratta del “ricambio naturale” più basso in oltre un secolo. Per ogni 100 residenti che muoiono ne nascono solo 67. Dieci anni fa erano 96. Regioni del Centro e del Mezzogiorno in calo, mentre cresce la popolazione nel Nord. Addirittura, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lancia un monito: “Il calo delle nascite è un problema per l’esistenza del Paese. Il dato dell’Istat indica che il numero delle famiglie in Italia è diminuito considerevolmente. Come conseguenza dell’abbassamento di natalità vi è un abbassamento del numero delle famiglie. Questo significa che il tessuto del nostro Paese si indebolisce e va assunta ogni iniziativa per contrastare questo fenomeno”.

Dunque, continua a diminuire la popolazione: al primo gennaio 2020 i residenti ammontano a 60 milioni 317mila, 116mila in meno su base annua. Lo rende noto l’Istituto nazionale di statistica nell’annuale rapporto sugli indicatori demografici. Aumenta il divario tra nascite e decessi. Nel 2019 è stato registrato il livello più basso di “ricambio naturale” degli ultimi 102 anni. A fronte di 435mila nati vivi, sono stati registrati 647mila decessi.

Il numero medio di figli per donna è di 1,29, mentre è di 32,1 anni l’età media al parto. Sale la speranza di vita alla nascita per le donne è di 85,3 anni, mentre è di 81 anni per gli uomini. Per gli uni come per le altre l’incremento sul 2018 è pari a 0,1 decimi di anno, corrispondente a un mese di vita in più. Si segnala, inoltre, un ulteriore rialzo dell’età media: 45,7 anni al primo gennaio 2020.

Aggiornato il 11 febbraio 2020 alle ore 18:57