Coronavirus, Cina e Stati Uniti confermano “un’ampia comunicazione”

Il numero dei morti a causa del coronavirus è stato aggiornato a 636 dalla Commissione sanitaria nazionale cinese. Superati anche i 30mila casi di positività in Cina. Attualmente sono 31.161 i contagiati. La provincia maggiormente colpita resta quella di Hubei, che ha registrato 69 nuove vittime nelle ultime 24 ore. Dei contagiati, 4.800 sono in gravi condizioni.

Intanto, il presidente cinese Xi Jinping ha avuto una conversazione telefonica con il presidente Usa Donald Trump, “su richiesta” di quest’ultimo, hanno notato i media di Pechino, incentrata soprattutto sull’emergenza del coronavirus di Wuhan. La tivù statale Cctv ha riferito che Xi ha ribadito che la Cina ha “la piena fiducia e la capacità per poter superare l’epidemia del coronavirus” e che il trend positivo dell’economia sul lungo termine “resta invariato”.

Nella telefonata Xi Jinping ha chiesto agli Usa di “rispondere ragionevolmente” all’emergenza scatenata dall’epidemia del nuovo coronavirus di Wuhan. Secondo i media ufficiali cinesi, i leader hanno convenuto sulla necessità di proseguire l’attuazione della ‘fase uno’ dell’accordo commerciale firmato a Washington il 15 gennaio, impegnandosi a tenere aperti i canali sul fronte della comunicazione e della cooperazione.

Trump ha detto al suo omologo cinese di essere “fiducioso” che la Cina metterà fine all’epidemia del coronavirus. Lo ha riferito la Casa Bianca. Trump ha “espresso la sua fiducia nella forza e nella resilienza della Cina nel combattere l’epidemia del nuovo coronavirus”. I due capi di Stato, afferma la Casa Bianca, “hanno deciso di proseguire un’ampia comunicazione e cooperazione tra i due Paesi”.

Frattanto arriva la conferma del primo italiano contagiato. “Confermo la notizia che il primo italiano contagiato dal coronavirus è un ragazzo di Luzzara. Ho sentito il padre che mi ha dato, fortunatamente, notizie confortanti: il ragazzo sta bene ed è asintomatico”. Lo scrive su Facebook, Andrea Costa, sindaco di Luzzara.

Secono Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), “anche se non si può escludere del tutto, ritengo molto improbabile che l’italiano risultato positivo al coronavirus possa avere trasmesso l’infezione a qualcun altro dei 55 italiani rientrati, come lui, dalla città cinese di Wuhan e tuttora in osservazione alla città militare della Cecchignola”.

Aggiornato il 07 febbraio 2020 alle ore 12:16