Vendi la casa avita di paese a un euro: il Governo ci prova

sabato 30 novembre 2019


Con le mode, con le tendenze a volte ci si prova. A fare cassa. Coi beni altrui. Ad esempio le migliaia di case cosiddette “avite”, di paese, o di borgo medievale, difficili da utilizzare, e care da gestire. “Vendila a un euro a uno straniero e lui la rimette a posto”. Già. Ma se la tiene per sé. Io che c… ci guadagno? Che sono stato equo e solidale? Che sono stato eco-sostenibile? Che non ho inquinato il mondo con il mio attaccamento alle cose materiali oltretutto ereditate? Il lavaggio del cervello contro il bene casa è ormai implacabile.

E va dal discorso di dare i borghi disabitati ai rifugiati politici e agli immigrati, modello Riace, al “vendi la casa a un euro” di cui sopra. Il tutto dopo avere indotto per decenni gli italiani di ogni reddito convincendoli a farsene una. Con sacrifici spesso fantozziani, In realtà, viene il dubbio (se non la certezza): la politica ha convinto la gente a comprare case invece che altri beni di investimento per la facilità con cui un giorno si sarebbe potuto colpire. Ci hanno incastrati a pagare tasse sulla casa in saecula saeculorum. Amen.

È un attacco senza precedenti al concetto stesso di proprietà privata. Con la scusa dell’economia circolare o di chi per lei. E la beffa si perfeziona quando, dopo avere dovuto vendere sotto prezzo, ti si presenta l’Agenzia delle entrate per pretendere più tasse presumendo che tu abbia dichiarato di meno. La propaganda contro la casa, i beni privati, il diritto ad ereditare senza essere soffocati dalle tasse ha oggi raggiunto il culmine. E non poteva essere differentemente in un paese a trazione manettara e illiberale come quello voluto dai grillini. Una forza politica che con chiunque si allei finisce per imporre le proprie scelte scellerate. Finché le persone tollereranno. Senza esplodere...


di Dimitri Buffa