Carola, nostra signora della tv pubblica

Me ne andavo al mattino a speronare, quando ho visto una barca in mezzo al mare, eran cinquantatré, eran giovani e forti e gli ho aperto i porti.

Rackete Carola - prima il cognome, come usa in caserma - poi il nome - come usava negli schedari della Ddr (che rievocare non fa mai male).

Ufficiale navale, anche detta Capitana - con la “a”, che ce n’è di bisogno. Data di nascita: 8 maggio 1988, domenica. Segno zodiacale, Toro - e come ti sbagli, i più cocciuti della terra, solo una del Toro poteva andare a lavorare sui rompighiaccio dell’Artico e purtroppo tornare incolume. Un metro e settanta - sprecato, diremmo, a costo di passare per femmine che non ce la faranno mai a non essere acide con altre femmine, seppure dubbie. Segni particolari: forse rasta, sicuramente made in Preetz, vicino Kiel, Land dello Schleswig-Holstein che solo a pronunciarlo ci si incastra la lingua. Dalla ridente Teutonia insomma, o giù di lì.

Questa qui ce l’ha proprio tutte... le carte in regola, le carte in regola.

Le carte in regola per essere “invitata” in esclusiva (!) per la prima volta su una televisione italiana. Come strombazzato a destra e a manca per giorni, e regalare all’azienda Rai uno share discreto, del 9,4 per cento, con due milioni trecentosessantanovemila e spiccioli telespettatori che si sono sintonizzati sull’applauso più pompato della storia neanche fosse entrata Rihanna, Beyoncé o al limite anche Iva Zanicchi, tiè.

Si vede che il boicottaggio annunciato sui social dai “Pinguini” ha funzionato, almeno apparentemente. Dopo l’entusiastica introduzione di Filippa Lagerbäck, che fortunatamente è bella da guardare ed è sempre entusiasta per tutto - e sempre tutto con lo stesso tono, quindi, tutto sommato, anche stavolta la differenza tra la star internazionale “racchiete”, come la chiamano i detrattori, e la mosca che vola, non si è notata - in meno di un minuto Fabio Fazio dà la parola all’oracolo di Preetz, che, da Preetz, ci è venuta a fare la paternale dell’anno: dove è finita la nostra umanità?

Le rispondiamo subito, è facile: è finita a Preetz perché lei ce la potesse riportare come un Golden retriever con la folaga, come il messicano classico dei Chips, il telefilm sulle strade della California, quello stordito e sempre un po’ borracho che uscito dall’osteria ti fa la fiancata della banchina col suo gozzo da ventimila tonnellate e poi, non prima di averti ruttato in faccia quanto sei disumano, si trasforma nella combattente col turbante della Lazio - non me ne voglia il direttore - che evidentemente va ancora di moda a Preetz (oppure l’ufficialessa va dalla stessa stylist di Greta Thunberg, quella dell’impermeabile giallo limone, e in due non ne azzeccano mezza).

Il problema non crediamo sia tanto il fatto che la lezione di umanità con i soldi degli altri, nei mari degli altri e con le leggi degli altri abbia trovato spazio sulla tv pubblica, come ha sottolineato Matteo Salvini in un tweet, e non è questione di esser presi in giro come ha tuonato Giorgia Meloni, quanto il fatto che il movimento dei buoni compagni, delle piccole sardine, dei papisti pamperisti, dei fratelli europeisti, sia alla continua e costante ricerca di icone, di volti, di capi, di leader, modelli, ideologhi e condottiere, cani da riporto che possano venirci a dire, da Preetz, che dobbiamo accogliere, dobbiamo aiutare, dobbiamo sostenere, dobbiamo dare prospettive umane alle persone.

Fazio che ringrazia - già troppe zeta. Stacco sulla faccina contrita della rappresentante di Sea Watch mentre il prete ostende il Corpus Christi che si consustanzia nel giovane bravo ragazzo africano dai piedi d’oro che realizza ”il sogno italiano” mentre le telecamere rendono epifania la parabola del migrante che arrivato in Italia illegalmente corona il sogno di giocare a pallone.

Ite missa est.

Mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati perché peccando ho offeso l’Auditel: ho resistito tre minuti. Che però sono bastati per capire che una cosa buona Carola Rackete l’ha fatta: la fiera ostentazione del brufolo del comando in prima serata conciata come se fossi scesa dal cingalese alle tre di notte a comprare il latte per fame chimica è una battaglia di libertà che mi sento di appoggiare.

Ma a un tratto venni men né più guardai. Chi torna a Surrient’ e chi magari torna a Preetz.

Aggiornato il 27 novembre 2019 alle ore 10:03