La solidarietà va in ferie

Passeggiando per le vie del centro mi rendo conto che molte case di accoglienza per senzatetto, gestite da religiosi, sono chiuse per ferie. Mi soffermo e penso che molti volontari saranno davvero andati a riposare visto che, non essendo un impiego remunerato, abbiano altra occupazione.

Orbene, un senzatetto rimane tale per tutto l’anno, quindi ha bisogno di assistenza, pasti, servizi igienici e un letto dove riposare. Niente di tutto ciò avviene durante i mesi estivi. Avete letto e capito bene, per due mesi non c’è solidarietà. Andando a cercare però sul web mi imbatto in questo sito, dove un qualsiasi utente anche senza “voti” può scegliere la regione, provincia, luogo, la location (ci sono anche ville, centri benessere); insomma, un vero e proprio motore di ricerca per tutti i tipi di esigenza, ovviamente parliamo di servizi a pagamento.

La domanda è sempre la stessa: perché una struttura ricettiva religiosa con gestione clericale o laica, a pagamento, è aperta tutto l’anno mentre quelle di accoglienza per i meno fortunati con le medesime gestioni vanno in ferie? Che ne pensa Papa Francesco, saprà di questo modus operandi, mi sembra che proprio lui si adoperi molto per l’aiuto ai più bisognosi. Lui stesso dà il buon esempio rinunciando al meritato riposo non andando a Castel Gandolfo o altrove, ma evidentemente non basta. È pronta la Chiesa del Terzo millennio ad un ritorno alle origini, focalizzata sui poveri e gli emarginati come predica il Santo Padre? E sono pronti anche quelli che si definiscono “cristiani” ad un simile precetto? Non dimentichiamoci che la “Chiesa” non è solo l’edificio di culto, ma soprattutto la comunità dei fedeli che deve interiorizzare questo messaggio e diventare vero motore del cambiamento. Certo, nella Chiesa ora c’è da rivedere molto visti gli ultimi accadimenti, quindi il Papa sarà impegnato in altro. Ad agosto, quindi: mendicante mio non ti conosco!

Aggiornato il 08 agosto 2019 alle ore 14:20