Di Battista è su Sky ma senza Diamonds

Certe volte in questi caldi e solitari pomeriggi d’estate viene voglia di farsi del male. La canicola scioglie i neuroni e allora per passare il tempo finisce che uno si registra e persino si vede una puntata dei viaggi di Alessandro Di Battista trasmessi in prime time la domenica su Sky Atlantic. Magari per vedere se è il caso – come suggerisce Marco Taradash – di disdire uno dei pacchetti dell’abbonamento. Quello “Family”. Giacché calcio e tennis non si discutono. E cinema e serie tv, pure. Ma quello che una volta si chiamava “Mondo Sky”, fatto di informazione e documentari, entra inevitabilmente nel mirino.

Il pretesto è risparmiare dieci euro al mese. Non cambia la vita. Ma magari fa rinsavire i maggiorenti di Murdoch in Italia che ritengono di potersi permettere qualsiasi cosa, anche le pubbliche relazioni con i Cinque Stelle utilizzando la formula del “biopic de’ noantri”.

Già l’inizio marzulliano dovrebbe mettere sull’avviso: Ale ci fa sapere che ancora non ha capito se viaggia per scrivere o scrive per viaggiare. Ma forse ancora non basta. Beviamolo fino in fondo questo amaro calice. Questa marchetta sotto forma di docufilm. E dopo che l’abbiamo bevuto, però, non sappiamo neanche cosa scrivere. Quale sfondone citare. Perché ce ne sta uno al minuto secondo con un Io narrante come quello di Di Battista, che ha quella voce suadente che sembra sempre prenderti per i fondelli. Una tortura e insieme uno spettacolo indecoroso.

Come si diceva c’è chi propone di punire Sky con il boicottaggio, c’è chi contesta che queste “avventure nel mondo” di un grillino in cerca d’autore siano assimilabili a molto più confortevoli documentari sui leoni e sulle giraffe. E si ignorano a oggi i dati dello share del prime time di Sky Atlantic la domenica. Ma da tempo Murdoch in Italia si è convinto che qui la tv e la politica si debbano intrecciare con le pubbliche relazioni alla faccia del pubblico pagante. Usque tandem?

Aggiornato il 24 luglio 2019 alle ore 12:24