No all’arresto della Rackete, depositato il ricorso alla Cassazione

Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, l’aggiunto Salvatore Vella e il pm Gloria Andreoli hanno depositato stamattina, ultimo giorno utile, il ricorso alla Corte di Cassazione contro la mancata convalida dell’arresto di Carola Rackete, la comandante di Sea-Watch 3, accusata di resistenza a pubblico ufficiale e “resistenza e violenza a nave da guerra”.

La Gip Alessandra Vella, infatti, non ha convalidato l’arresto in flagranza di reato disposto dalla Guardia di finanza il 29 giugno subito dopo l’ingresso della nave Ong nel porto di Lampedusa, forzando il blocco della stessa Guardia di finanza.

Scopo del ricorso della Procura di Agrigento è ottenere un pronunciamento da parte della Cassazione che possa diventare un punto di riferimento nell’ambito delle inchieste sulle Ong e sull’eventuale divieto di ingresso nelle acque territoriali disposto dal decreto sicurezza Bis. Il Gip, infatti, ha scelto di scarcerare la Rackete perché ha ritenuto inapplicabile l’applicazione del decreto a una nave che soccorre persone in mare e perché il “dovere primario” di un comandante è garantire la sicurezza di chi si trova a bordo.

Domani è fissato l’interrogatorio della trentunenne tedesca nell’ambito del primo fascicolo d’inchiesta aperto: quello per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra. Il mancato ricorso al Tribunale del Riesame, al quale compete invece la decisione sulla misura cautelare, determina che il comandante della Sea-Watch non andrà incontro a nuovi provvedimenti restrittivi.

Aggiornato il 17 luglio 2019 alle ore 18:04