Affidamenti facili, non mi fido: restituite Syria Adbelmeguid ai suoi genitori

giovedì 4 luglio 2019


Caos minori in Italia. Dopo Reggio Emilia, scoppia a Roma il caso di Syria Abdelmeguid: una bambina di poco più di due anni, nata a Roma da padre egiziano e madre moldava, da mesi collocata in una casa famiglia e con possibilità dei genitori di vederla solo un'ora a settimana, alla presenza di un osservatore.

Il Tribunale dei minori di Roma ha disposto il procedimento per lo stato di abbandono di Syria, volto alla sua adottabilità, credendo alla veridicità delle relazioni fornite dal Servizio sociale del municipio, sebbene questo abbia fornito una versione distorta dei fatti, in buona parte già smentita dalla documentazione fornita dai legali dei genitori. Inoltre, il Servizio Sociale continua a ostacolare le richieste di riaffido avanzate dai genitori con dichiarazioni che contrastano platealmente con la realtà.

In particolare, il Servizio Sociale ha contestato alla madre di non aver intrapreso il percorso di sostegno psicologico indicato, mentre la signora risulta regolarmente in terapia presso una psicologa della Asl Roma 2. La signora ha sempre lavorato e dal 2018 dispone di un contratto a tempo indeterminato, per cui è falso sostenere che sia disoccupata e mantenuta dal padre. Quest'ultimo non si è mai recato all'asilo per prendere la bambina quando vigeva il divieto di avvicinamento, circostanza mai provata e confermata dalle maestre.

Altrettanto falso è che i figli più grandi abbiano problemi psicologici. I ragazzi non presentano difficoltà di alcun tipo, sono educati, istruiti e ben integrati socialmente. Frequentano l'università e le scuole superiori regolarmente e con profitto.

Le indagini hanno dimostrato che la madre non ha disturbi di natura psicologica e sui comuni aspetti di fragilità riscontrati sta lavorando con l'aiuto della Asl e continuerà a farlo. È una donna attiva, laboriosa, coraggiosa e determinata, nonché altruista e impegnata nelle attività della Chiesa evangelica situata nel proprio quartiere e che frequenta insieme ai figli.

Si tratta, pertanto, di una donna pienamente responsabile e capace di svolgere con successo il compito di genitore e madre di Syria, insieme al padre. I due hanno cessato di convivere, ma intrattengono relazioni cordiali e improntate alla cooperazione per il bene della famiglia. Il padre ha ripreso l'attività lavorativa presso la pizzeria di sua proprietà e la vicenda che lo aveva visto brevemente agli arresti domiciliari a seguito di una denuncia dell'ex convivente per maltrattamenti è del tutto superata. Vicini di casa, amici e conoscenti confermano unanimemente che si tratta di un uomo affidabile, che ha cuore solo il futuro di Syria.

L'iter processuale è solo al primo grado. I giudici hanno la possibilità di sanare l'ingiustizia compiuta, evitando che un nuovo affidamento facile possa condurre a maltrattamenti e violenze, allo stesso incubo divenuto realtà scoperto a Reggio Emilia. Si tratta comunque di un fenomeno più esteso. In Emilia Romagna, come riporta Panorama menzionando dati del ministero del Lavoro, i casi di allontanamento nel 2010 erano 3.599, quasi 49mila in tutta Italia. Quanti sono oggi? Quanti illeciti, abusi, comportamenti scorretti e conflitti d'interesse vi si nascondono?

Syria deve essere restituita ai suoi genitori. Finché ciò non si verifica, non ci fermeremo.


di Souad Sbai