La noia radical chic

Natalia Aspesi non è nuova a boutade che hanno come unico risultato il mantenerne vivo il ricordo. In effetti, anche chi scrive sta cadendo nel vetusto trappolone e meglio sarebbe glissare, ma tant’è che con il sopraggiunto caldo estivo, forse dobbiamo anche intrattenerci con qualcosa di non particolarmente importante e di più leggero.

Anni fa, ricordo bene, in occasione dell’uscita del primo film su Il Signore degli Anelli, la vergottinata e platinata Aspesi, rispolverò l’annosa e ritrita diatriba – tanto cara ancora oggi alla sinistra più desueta – sull’opera di J.R.R. Tolkien, scrivendo su Repubblica elogi di questo tenore: “il barbuto con pipa professor John Ronald Reuel Tolkien” (non ci risulta Tolkien dotato di onor del mento) e aver ancora considerato Il Signore degli Anelli come “tre romanzi-fiaba”, oltretutto a suo illuminato dire, “eccentrici e leggermente dementi”.  È sempre divertente vedere il rancore “antifà” scatenato contro qualsiasi cosa abbia la firma di Tolkien e, per esempio, mai contro i romanzi di Frank Herbert o di Gordon R. Dickson. Forse perché non li conoscono. Nulla di nuovo, anzi tutto già sentito e dimenticato, tranne che nei cascami capalbiani di una sinistra che ormai ha come riferimento soltanto Gad Lerner e pochi altri. La nostra lascerà alla storia – tra le innumerevoli – anche un’altra frase epocale che suona: “in realtà la vera coppia è quella omosessuale. Un uomo e una donna si legano per amore, che nasce soprattutto dalla fisicità”. De gustibus.  

Poi altre esternazioni, più o meno riuscite, tra le quali la disattesa: “Se vincono i 5 stelle mi sparo”, frase – palesemente paradossale - che comunque evidenzia una malcelata passione della nostra per le armi da fuoco, riproposta ora in versione attiva e non più autolesionistica: “Anziché spararmi a causa loro, pian piano, ho maturato la fantasia di sparare a loro. Devo dire che la legge sulla legittima difesa mi è venuta incontro. Nessuno può più negarmi di imbracciare un kalashnikov. Sono vecchia. Sono sola. Sono gravemente turbata dalla condizione disperata degli italiani. Ho tutto il diritto di fare una strage”, com’ella rilancia sulle pagine dell’Huffington Post. Insomma il nuovo bersaglio delle sue fantasie odorose di cordite, ora sono Salvini e Di Maio, i quali almeno sono ancora vivi e possono rispondere – non al fuoco ma almeno verbalmente – mentre il povero Tolkien è passato da un pezzo a miglior vita.

Almeno nell’Aldilà, il professore oxoniano potrà tranquillamente risparmiarsi di leggere quanto scrive la Aspesi, quindi anche il defungere – alla fine – presenta qualche indubbio vantaggio.

Aggiornato il 18 giugno 2019 alle ore 09:57