Woody Allen: un linciaggio che deve finire

Il politically correct con i suoi dogmi, dal #metoo – senza distinzione tra casi veri e fatti inventati – al catastrofismo ecologista di Greta e dei #gretini, in realtà, a ben vedere, rappresenta da sinistra ciò che il populismo esprime già da destra. Cioè quella rabbia, popolare, indistinta e frustrata che fa maledire chi nella vita ce l’ha fatta, trovando nella caduta dei potenti una consolazione ai propri fallimenti.

Tra i tanti casi disgustosi che varrebbe la pena di menzionare, quello di Woody Allen – e della sua temporanea impossibilità di vedersi pubblicare un libro di memorie piuttosto che distribuire un film da Amazon, che si preoccupa della cattiva pubblicità che deriverebbe per l’azienda a causa delle accuse di molestie che l’ex moglie inviperita Mia Farrow attribuisce al regista sulla figlia adottiva, ma non si cura della sicuramente peggiore pubblicità che investe Amazon stessa ogni qual volta uno dei suoi addetti racconta i metodi lavorativi in tivù – è uno dei più indigeribili. E vale la pena di menzionare invece la Lucky Red, azienda di distribuzione cinematografica, che ha deciso di rompere il tabù del #metoo fregandosene delle critiche e decidendo di distribuire il film A Rainy Day in New York in Italia e in Europa, a partire da ottobre.

Woody Allen ha già affrontato dei processi, civili e penali, da cui è sempre stato assolto per le accuse della moglie che mal digerì, a suo tempo, il tradimento e lo sposarsi del regista con la figlia adottiva di lei Soon-yi Previn, all’epoca ventitreenne.

Ma la cattiva fama che gli è derivata da questa relazione lo ha posto nella situazione ideale per venire tempo dopo preso di mira dal rigurgito della fogna di calunnie promanante dal #metoo mondiale.

La gente non dimentica il potente caduto nel fango e tende a lasciarcelo il più a lungo possibile. Ma che un genio visionario, un comico irresistibile e un grande filosofo del cinema come Allan Stewart Königsberg – in arte Woody Allen – non trovi un distributore degno di un tale nome che se ne freghi letteralmente di queste chiacchiere da autobus e di queste calunnie da operetta è vergogna ancora più indicibile. E la lode al merito della Lucky Red è duplice, se si tiene conto che si tratta di una delle case di produzione e distribuzione più “de sinistra” d’Italia. Sin dal nome che ha scelto di darsi. Insomma ci sono ancora tracce di vita e di pensiero libero a sinistra.

Si attende adesso un editore librario che prenda il coraggio a due mani e pubblichi anche il libro di memorie di Woody, che ancora Amazon rifiuta. Insieme a un nutrito gruppo di concorrenti del settore, sempre per paura della cattiva pubblicità. Un mondo a misura della morale di Grillo, Casaleggio e Travaglio non solo ci fa paura. Ma anche un po’ orrore.

Aggiornato il 08 maggio 2019 alle ore 16:02