mercoledì 20 marzo 2019
Con la scoperta di nuovi strumenti come la risonanza magnetica funzionale le indagini sul cervello umano stanno facendo passi da gigante. Del cervello non si sapeva niente, fino a pochi anni fa. Leonardo da Vinci, e molto prima Ippocrate, avevano studiato e intuito, più di quanto si sia mai capito fino a quasi tutta la fine del Ventesimo secolo. È solo da pochi anni, infatti, che, grazie ad una complessa e nuovissima strumentazione, alcuni scienziati dalle più svariate provenienze scientifiche stanno riuscendo a “mappare” il nostro cervello. Inutile dire qui l’estrema utilità, non solo per la cura delle malattie ma, soprattutto, per “scovare” la chiave dell’immortalità umana. Siamo in pratica, oggi, allo stadio della pietra in termini scientifici riguardo al cervello. Ma abbiamo il modo e i modi per correre verso il futuro, decifrandolo a vantaggio del genere cui apparteniamo tutti, il genere umano.
Ma quali sono i compiti e le soluzioni che ci attendono? Sono numerosi. Identificare i circuiti cerebrali e classi di neuroni di uno stesso tipo cellulare aventi proprietà e compiti simili, decifrare sinapsi e la loro interconnessione con il cervello, rilevare le regole cosiddette dell’eccitazione tramite cui i neuroni di parti diverse del cervello comunicano tra loro mentre eseguiamo una determinata azione e capire bene come funzionano queste regole nel corpo e nel tempo così da scoprire il rapporto tra il complessissimo fenomeno neuronale e la mente indecifrata. E ancora. Creare modelli informatici per analizzare e integrare la quantità iperbolica di dati oscuri che derivano da tutto ciò.
Si deve passare per la mappatura delle reti cerebrali per sapere come il cervello umano elabori i pensieri, le emozioni, le sensazioni. Bisogna trovare dove si produce l’innesco dell’intelligenza e della coscienza. Il neuroscienziato britannico Francis Crick, poco prima di morire nel 2007, l’ha “scoperto” e rivenuto nel claustro che è un sottilissimo organo – uno per emisfero cerebrale – dotato di appena tre neuroni dei quali uno è gigantesco e assomigliando ad una specie di corona di spine entra in contatto con tutti gli altri del corpo.
I programmi che si propongono e tuttora lavorano allo studio sono:
di Francesca Romana Fantetti