A ferro e fuoco nella Capitale d’Italia

lunedì 11 marzo 2019


Nei giorni scorsi sono stato spinto dalla curiosità di conoscere dal vivo (e per qualche ora) il fenomeno, ormai dilagante, delle discariche abusive e dei roghi tossici di rifiuti e materiali pericolosi all’interno dei campi nomadi e nelle zone adiacenti del quartiere periferico di Tor Sapienza.

Sono stati 90 minuti amari, intensi e duri. Non avevo mai visto luoghi così degradati, abbandonati, insicuri. Eppure, siamo nella Capitale d’Italia. Una Capitale europea che dovrebbe regalarci solo immagini bellissime per il suo immenso patrimonio artistico e per la sua storia millenaria. Invece, la città deve fare i conti con il malaffare e con le emergenze di varia natura.

Roma deve essere unica: centro e periferia devono essere ugualmente rappresentate, valorizzate e servite. Dov’è lo Stato? E il Comune di Roma? Abbiamo tanti quartieri periferici isolati, abbandonati, insicuri, non serviti e circondati da discariche abusive di rifiuti pericolosi. Tali discariche (almeno 10 nel quartiere di Tor Sapienza) hanno un impatto devastante in termini di inquinamento e i roghi quotidiani causano emissione di fumi tossici e dannosi per la salute dei cittadini e per l’ambiente.

Dietro al grave fenomeno dei roghi tossici nelle discariche abusive, esiste un’imponente sistema di trattamento illegale dei rifiuti, mediante l’interramento o l’incenerimento degli stessi, sia ai fini del relativo smaltimento, sia per separare i materiali e consentire il successivo recupero del rame e di altre componenti metalliche da commercializzare illegalmente con mezzi di trasporto non autorizzati.

Nel 2014 la Commissione europea intervenne con una indagine (Eu Pilot 6165/14/Envi) volta ad accertare eventuali violazioni della direttiva quadro sui rifiuti, ottenendo l’impegno dei ministeri dell’Interno e dell’Ambiente e dell’Amministrazione di Roma Capitale in merito all’adozione di misure necessarie per garantire una corretta ed adeguata gestione dei rifiuti senza danneggiare la salute dei cittadini e l’ambiente. Dopo 4 anni dall’avvio della procedura europea Eu Pilot, il fenomeno delle discariche abusive e dei roghi tossici è grave e in costante peggioramento.

Tale fenomeno è stato oggetto d’inchiesta da parte della “Commissione parlamentare sulle condizioni di sicurezza e degrado delle città e loro periferie”, nonché monitorato dall’Agenzia regionale per la Protezione ambientale della Regione Lazio, la quale ha confermato nell’estate del 2017 la presenza di molteplici sorgenti di inquinamento e l’elevato livello di agenti inquinanti quali la diossina.

Nonostante gli impegni presi dalle autorità competenti e le quotidiane denunce dei cittadini disperati, delle associazioni civiche e dei comitati di quartiere, ad oggi non sono state ancora avviate azioni concrete per contrastare la piaga dei roghi tossici.

Per combattere l’emergenza rifiuti e quella dei roghi tossici, è necessario investire negli impianti innovativi e puliti e nelle tecnologie intelligenti per una gestione corretta ed efficiente dei rifiuti e per un controllo severo del territorio. I fondi ci sono. Cosa aspettiamo?!

I cittadini di Tor Sapienza (e di altri quartieri periferici interessati da questo fenomeno) vogliono vivere e respirare aria pulita. Non possono aspettare.

Il Comune di Roma ha l’obbligo di intervenire e mettere in piedi un servizio di pulizia e di bonifica di quelle zone contaminate. Il sopralluogo che ho effettuato in quelle strade di Tor Sapienza, non è stato facile. Nonostante avessi tutti i dispositivi di protezione individuali necessari, l’aria è irrespirabile. La sindaca Raggi diceva in più occasioni: cittadini romani, il vento sta cambiando... peccato che puzzi e faccia male.

Vedo tanti giovani impegnati nelle attività di volontariato e nelle attività politico-sociali, ma ne vedo altri impegnati (giustamente) in altre zone disagiate e povere del mondo. A questi ragazzi voglio dire: restate nel vostro territorio e impegnatevi nelle associazioni civiche e nei comitati di quartiere per il bene della comunità locale e nell’interesse della nostra città capitolina. C’è tanto lavoro da fare.


di Donato Bonanni