Le paure dei giornalisti al Congresso Fnsi

Un Congresso problematico, quello dei giornalisti italiani concluso a Levico Terme, con l’elezione dei nuovi vertici sindacali. Un congresso in cui sono mancate le voci di due interlocutori: non è salito sul palco degli oratori alcun esponente del governo e neppure degli editori. Il bilancio tracciato degli ultimi quattro anni delle vicende dell’editoria evidenzia uno stato di profonda sofferenza e criticità. Anzi, “in Italia, l’informazione è a rischio e quindi occorre mobilitarsi”, ha precisato nella replica conclusiva il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso.

Due i temi che hanno maggiormente tenuto campo nelle relazioni e negli interventi: violenze nei confronti di quanti svolgono il delicato compito d’informare i lettori dei quotidiani e settimanali, delle televisioni, delle radio e la crisi occupazionale che ha colpito il settore, facendo esplodere il fenomeno del precariato e dell’esercizio abusivo della professione. Nei messaggi inviati dal capo dello Stato Sergio Mattarella, dai presidenti del Senato e della Camera e del Parlamento europeo sono stati ribaditi i valori della libertà e dell’indipendenza della stampa libera. Proprio mentre erano in corso i lavori congressuali si è verificata l’ennesima aggressione nei confronti di Daniele Piervicenzi che, insieme alla troupe Rai, stava realizzando un’inchiesta sulle attività dei clan criminali a Pescara.

Le novità tecnologiche che investono il mondo della stampa, tivù, radio, reti, telefonini in un’epoca di cambiamenti politici ed economici di portata internazionale fanno riflettere sull’enorme mole di notizie insidiose o false che si propagano più velocemente del passato. Le informazioni non genuine, distorte deliberatamente dalla verità provocano un’alterazione della realtà e distorcono il libero confronto delle idee.

“Non c’è futuro – ha detto il presidente della Fnsi, Beppe Giulietti – senza il rispetto della verità e senza una riflessione sull’aumento dei casi di violenza, di aggressioni dei giornalisti, di campagne diffamatorie”. Il congresso è stato, infatti, dedicato alla memoria del giovane cronista trentino ucciso a dicembre 2018 nell’attentato di Strasburgo mentre un lungo applauso è andato al fotoreporter Gabriele Micalizzi che corre il rischio di perdere la vista ad un occhio, colpito in Siria da una granata.

“La stampa – ha continuato Lorusso – è sotto attacco, con insulti, ingiurie e aggressioni perché i giornalisti danno fastidio, essendo il principale contrappeso della democrazia”. Dai principi generali si è passati all’analisi del mercato del lavoro giornalistico e sul precariato dilagante che sta investendo il settore. Giornalisti più deboli sono più facilmente ricattabili.

A Levico i vertici degli enti di categoria (Ordine, Inpgi, Casagit, Fondo) hanno illustrato un quadro a tinte fosche della realtà che poggia sul fatto che negli ultimi cinque anni il giornalismo italiano ha perduto il 15 per cento dei posti di lavoro, con gravi ripercussioni sulla gestione dell’Istituto di previdenza che ha dovuto subire un aumento del 58 per cento delle spese pagate per ammortizzatori sociali, a seguito delle tante crisi aziendali. “Il 2018 è stato un anno drammatico – ha osservato Enrico Castelli – per tutti gli investimenti di pensione complementare”.

Nella società moderna libertà d’informazione e democrazia sono elementi inscindibili. Il diritto-dovere dei cittadini di attingere ad un’informazione libera è sancito dall’articolo 21 della Costituzione. Un pilastro per le scelte consapevoli di tutti i cittadini soprattutto in presenza della rivoluzione digitale.

Aggiornato il 15 febbraio 2019 alle ore 16:44