Arresti per le sentenze pilotate al Consiglio di Stato

Quattro ordinanze di custodia cautelare. Più di 150mila euro di tangenti erogate, oltre alla promessa di altre utilità, e cinque sentenze aggiustate. Per i reati di corruzione in atti giudiziari commessi in seno al Consiglio di Stato e al Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione Sicilia. Le misure sono state disposte sono state emesse dal gip di Roma Daniela Caramico. La svolta dell’inchiesta è avvenuta per le dichiarazioni degli avvocati Pietro Amara e Giuseppe Calafiore, che hanno deciso di collaborare con i magistrati romani dopo il loro arresto di un anno fa. Le loro parole hanno ricostruito il meccanismo per il pagamento dei soldi ai giudici amministrativi.

Delle sentenze pilotate tre episodi sono contestati al giudice del Consiglio di Stato (ora sospeso) Nicola Russo e due all’ex presidente del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) della Sicilia, Raffaele Maria De Lipsis. L’ordinanza di cattura oltre a De Lipsis riguarda il deputato dell’Assemblea regionale siciliana Peppe Gennuso. I magistrati romani guidati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo contestano almeno cinque sentenze comprate e il versamento di tangenti da decine di migliaia di euro. Le mazzette sarebbero servite anche a orientare le decisioni del Consiglio di Stato su appalti e gare pubbliche.

Aggiornato il 07 febbraio 2019 alle ore 14:31