Etna, faglia sulla strada: evacuate 10 famiglie

giovedì 27 dicembre 2018


L’eruzione dell’Etna e il successivo terremoto hanno causato il panico tra gli abitanti dei paesi alle pendici del vulcano. Quello delle 3.19 di notte del 26 dicembre è considerato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia come uno dei terremoti più energetici mai registrati sul vulcano. L’evento sismico, di magnitudo pari a 4.8, ha provocato danni ed alcuni feriti nelle aree più prossime all’epicentro. Per gli esperti il sisma è legato legato all’attivazione della faglia Fiandaca e della faglia di Pennisi, due delle strutture più meridionali del sistema tettonico delle Timpe.

Al momento, il bilancio del terremoto è di 28 feriti e circa 370 sfollati. La paura ha preso il sopravvento alla vigilia di Natale. Da allora le scosse sono state oltre un migliaio. Disagi per la chiusura a singhiozzo dell’aeroporto di Catania. Alcune case sono state sventrate a Fleri, frazione di Zafferana Etnea. Disagi ad Aci Platani, frazione di Acireale, dove circa dieci famiglie sono state evacuate la notte scorsa dalle loro case. Le ragioni sono da ricercare nella presenza di una faglia sulla strada dove si trovano le abitazioni.

Secondo il capo della protezione civile Angelo Borrelli, intervenuto a “Radio anch’io” su Radio Uno, “la situazione feriti è tranquilla, non abbiamo feriti gravi. Dieci sono stati portati in ospedale, 18 si sono recati con i propri mezzi nelle strutture ospedaliere, poi c’è un ultra 80enne che ha avuto la sindrome di schiacciamento. Abbiamo avuto 1.600 richieste di sopralluoghi da parte della popolazione – ha precisato –. Questa notte abbiamo ospitato circa 370 persone, 323 negli alberghi 45 nelle palestre e 37 in una struttura per anziani”.

Quanto alle polemiche per la mancata allerta? Secondo Borrelli, “l’allerta c’era ed era stata alzata: da settembre c’era l’allerta gialla. Dal 24 abbiamo registrato un aumento della sismicità. La scossa delle 3.19 è stata isolata rispetto a quello che era il trend. Poi naturalmente i terremoti non si possono prevedere”.

Frattanto, nel Catanese la terra continua a tremare. Nelle ultime 24 ore sono state una ottantina le scosse che hanno seguito quella di magnitudo 4.8 avvenuta tra il 25 e il 26 dicembre. Il sisma è legato all’attivazione della faglia Fiandaca e della faglia di Pennisi, due delle strutture più meridionali del sistema tettonico delle Timpe. Per scongiurare il rischio sciacallaggio, la gente ha preferito dormire nelle auto. Ignorando, di fatto, la convenzione stipulata dalla Regione Siciliana con Federalberghi, che prevedeva l’ospitalità nelle strutture ricettive di un centinaio di sfollati. Negli hotel si sono presentati poche decine di sfollati. Ma c’è chi ha voluto rischiare, dormendo in casa.

“Domani – ha detto Luigi Di Maio a Fleri – sarà dichiarato lo stato di emergenza”. Il vicepremier ha promesso che “saranno stanziate le risorse necessarie per dare supporto ai sindaci e alle autorità locali per aiutare le famiglie e che verrà rafforzato il sistema anti-sciacallaggio per rassicurare chi la notte scorsa ha dormito in auto e non in albergo”.

 


di Redazione