Tifosi dell’Eintracht in trasferta: Roma in ostaggio

Se tifosi delle squadre italiane avessero fatto, in qualunque Paese del Nord Europa (figuriamoci in Germania, Belgio o Francia!), 1/10 di quanto visto fare ai tedeschi dell’Eintracht Frankfurt, oggi l’Italia sarebbe sulle prime pagine dei maggiori quotidiani di mezza Europa additata, come d’uso, per i suoi tifosi violenti e maleducati. Poveracci incapaci di comportarsi da persone educate in casa d’altri. Di quei nostri tifosi, probabilmente, avremmo dovuto chiedere notizia perché difficilmente sarebbero rientrati in serata o l’indomani senza graffi e solamente con denunce a piede libero. L’Italia (squadra italiana per prima) sarebbe stata raggiunta da insulti più o meno velati ed una richiesta di danni materiali (per favore chiedere ai tifosi che hanno seguito la Lazio in Polonia qualche anno fa, costretti in prigione a giocare a carte usando strappi di carta igienica).

Ieri Roma è stata invasa da redivivi barbari, che hanno sporcato imbrattato e danneggiato il centro storico e Villa Borghese. Poi paralizzato il traffico dell’intera città, costringendoci a lunghe file e rientri tormentati per i blocchi con cui la polizia ha chiuso molte strade di Roma Nord. Lungotevere, Prati, Ponte Milvio, Camilluccia sono state devastate dalle conseguenze dei nuovi vandali germanici, che le nostre forze dell’ordine hanno, presumibilmente, avuto l’ordine di non toccare (se non attaccate per prime) e lasciar scorrazzare, cinturandoli all’interno del percorso per arrivare allo stadio. Dirà qualcuno: “Ma se sono gli stessi romani a fare di Roma la città più sporca del Nord Africa (persino il Cairo starebbe meglio di noi!) e ad invitare il Vesuvio a lavare i napoletani col fuoco, perché non dovremmo fare altrettanto? In fondo noi non abbiamo fatto altro che rispettare il loro motto: Paese che vai, usanze che trovi”.

È così? Forse. Certamente mi stupirei se i tedeschi dell’Eintracht Frankfurt non fossero rientrati il giorno dopo nella loro linda Germania, per lavorare nel consueto ordine e più assoluto rispetto del Codice della Strada, di nuovo pronti a inalberarsi contro il primo italiano che suonasse il clacson per sollecitare la partenza allo scattare del verde. Facendo bene.

Viene da immaginare che la loro doppia personalità sia figlia della frustrazione che covano per le regole della totalità sistemica delle loro città e civiltà. La quale li spinge a sfogare la componente barbara della loro genetica laddove glielo consente la comprensione e la pazienza di chi sa che l’alternativa, a questo punto irrinunciabile, di fronte a manifestazioni barbariche sono: idranti, manganello e taser. Perché questi atti violenti sono prima di tutto mancanze di rispetto per l’Italia e i suoi beni, insulti agli italiani e violazione dei loro diritti.

Forse è arrivato il momento che l’urlo in tivù “noi non facciamo i morti per queste cose…” lanciato, ormai tempo fa, da un vice questore di Roma di fronte all’indignazione generale per i danni alla Barcaccia da parte dei Goti Olandesi, sia accantonato. Non per sparare sui tifosi ma per comunicare che anche l’Italia d’ora in poi si adatta all’Europa usando, per reciprocità, contro i tifosi violenti, italiani per primi, le stesse regole di ingaggio degli inglesi, tedeschi, olandesi e francesi. Ossia idranti, manganelli, peperoncino, taser; quindi fermo di polizia, giudizio per direttissima senza appello ed esecuzione immediata della sentenza.

Aggiornato il 19 dicembre 2022 alle ore 15:54