Le migliori scuole d’Italia, la classifica di Eduscopio

giovedì 8 novembre 2018


Le scuole italiane d’eccellenza, quelle che preparano meglio agli studi universitari o al lavoro dopo il diploma.

È la speciale classifica di Eduscopio, il portale della Fondazione Agnelli che dal 2014 si propone di aiutare gli studenti nella scelta del percorso di studi dopo la terza media. Un vero e proprio riferimento per le famiglie e per le stesse scuole, perché basato su dati oggettivi e affidabili. Come gli studenti che vengono ‘mandati’ all’università, il numero di esami superati e la media voti ottenuta al primo anno da immatricolati, la percentuale dei diplomati “occupati” nonché la coerenza tra studi fatti e lavoro svolto. Si scopre così, ad esempio, che a Roma il Torquato Tasso è il miglior Liceo Classico per il secondo anno consecutivo, mentre tra gli Scientifici l’Augusto Righi, terzo lo scorso anno, ha scalzato in vetta il Virgilio.

A Milano, invece, tra i Classici svetta la paritaria Alexis Carrel della Fondazione Grossman, che ha battuto un’altra paritaria, il Sacro Cuore di Lambrate primo lo scorso anno. Si conferma in testa, tra gli Scientifici, l’Alessandro Volta. Nessuna novità a Napoli, dove per Eduscopio il Sannazzaro e il Mercalli si confermano rispettivamente miglior Classico e migliore Scientifico, e a Torino, dove primeggiano ancora il Cavour e il Galileo Ferraris. Per la nuova edizione di Eduscopio - che prende in considerazione anche gli istituti di Genova, Bologna, Firenze, Palermo e Bari - i ricercatori Gianfranco De Simone e Martino Bernardi hanno analizzato i dati di 1 milione e 260mila diplomati italiani, in tre successivi anni scolastici, e circa 7 mila scuole.

“Eduscopio è diventato in questi anni un riferimento - commenta Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli - come dimostrano gli utenti unici, un milione e duecentomila, che hanno a oggi visitato il portale”. L’incremento medio dei visitatori è stato dell’8,4% e le pagine del portale consultate superano i 5 milioni. “Eduscopio è utile perché consente di comparare le scuole dell’indirizzo di studio che interessa allo studente nell’area dove risiede sulla base di come queste preparano per l’università o il mondo del lavoro - prosegue Gavosto - Ha successo perché le informazioni che contiene sono frutto di analisi accurate a partire da grandi banche dati, perciò oggettive e affidabili. Inoltre, è di facile consultazione e aiuta chi non si accontenta del ‘passaparola’ e, in modo particolare, quelle famiglie che non possono contare su reti sociali e culturali forti. In questo senso, è uno strumento democratico”.

Tra le novità di quest’anno, la più rilevante è la percentuale di diplomati in regola, ovvero l’indicatore per ogni scuola di quanti studenti iscritti al primo anno hanno raggiunto senza bocciatura il diploma 5 anni dopo. Se la percentuale è alta, la scuola è inclusiva e si impegna a portare avanti il maggior numero di studenti; se è basso, la scuola è molta selettiva e gli studenti sono incappati in bocciature o hanno abbandonato l’istituto. A questo riguardo, l’analisi rivela, al contrario di quello che si potrebbe immaginare a livello intuitivo, che “in media gli studenti che provengono dalle scuole più inclusive - spiega Gavosto - sono quelli che ottengono i risultati migliori”. Altra tendenza generale riguarda il numero di immatricolati provenienti dagli istituti tecnici, che dopo una lunga recessione è in ripresa.


di Redazione