Giorno della memoria? Diventi a favore degli ebrei vivi

“La giornata della memoria andrebbe dedicata anche agli ebrei oggi vivi, magari  residenti nello stato di Israele, che lottano ogni giorno contro il terrorismo islamico e i suoi fiancheggiatori europei  per non diventare morti come quelli della tragedia dell’Olocausto”.

Quante volte abbiamo sentito questo concetto negli ultimi anni? Tante, forse persino troppe. Tanto da convincerci che si tratti di una litania che viene ripetuta da taluni di buona volontà quasi per fare opera di auto convincimento più che di proselitismo ideologico. Invece quest’anno ci sta un assessore alla cultura ebraica nella giunta di Milano di Sala, Davide Romano, che minaccia di passare ai fatti e di compiere un’azione clamorosa: disertare le celebrazioni del 27 gennaio se non verrà messo nero su bianco questo punto. Romano è già uscito nelle cronache locali dei giornali come il “Corriere” ma a livello nazionale nessuno ha osato prendere di petto la cosa. Lui dice: “Molti la leggeranno come una provocazione. E vuole esserlo. So anche che il rischio è alimentare le polemiche ma mi dicano che senso ha celebrare una giornata in cui si ricorda il passato se non si guarda al presente”.

La memoria va alle tante iniziative di boicottaggio dei prodotti israeliani cui anche l’Europa della Mogherini non ha mancato di associarsi. O a quello che è accaduto a Milano lo scorso 9 dicembre quando un gruppo di studenti arabi insieme alle solite pasionarie di sinistra di complemento ha scandito in piazza San Babila slogan che riportano alla tradizione coranica della cacciata degli ebrei da Medina e del loro sterminio ai tempi di Maometto. Era l’anno 624 dopo Cristo e per molti nei paesi islamici il tempo sembra essersi fermato allora.

Mentre per gli europei che vanno a fare affari in Iran e dubitano delle stragi di regime - come ha mostrato di fare una assistente della stessa Mogherini di recente in un tweet -  il tempo sembra essersi fermato a Monaco 1938. Al famoso appeasement con i nazisti che oggi, riveduto e corretto, è con i nazi-islamici.

Per questo l’assessore alla cultura ebraica Davide Romano, ebreo e amico di Israele, chiede un passo avanti ulteriore alla giornata della memoria: diventi anche quella in salvaguardia degli ebrei oggi vivi,  non solo il ricordo di coloro che da tempo sono morti ad Auschwitz, Birkenau e Treblinka. E non sia magari più una passerella di ipocrisia dove c’è posto per chi 364 giorni all’anno fa l’anti israeliano -  e magari anche l’anti semita -  e poi viene a ripulirsi l’immagine (non la coscienza) nel piagnisteo pubblico in ricordo di chi venne ucciso oltre 70 anni orsono.

Aggiornato il 16 gennaio 2018 alle ore 08:57