Sergio Mattarella: giocatore e arbitro

Se non ricordo male nel 1998, per un breve periodo, il compianto Gianluca Vialli è stato giocatore e allenatore (player-manager) della squadra di calcio inglese del Chelsea. Non ho invece contezza se nella storia del calcio il giocatore di una squadra abbia svolto contemporaneamente anche il ruolo di arbitro della partita. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (monarca di fatto rieletto da un Parlamento non più rappresentativo della volontà popolare) è un arbitro o fa il giocatore di una squadra? È una domanda retorica, in quanto l’inquilino del Colle più alto non perde occasione per censurare comportamenti di un governo legittimato da un voto popolare. Nel suo intervento in occasione della commemorazione dai 150 anni della scomparsa di Alessandro Manzoni è riuscito, non so su quali basi, in maniera strumentale, ad attualizzare il pensiero del grande romanziere e poeta in chiara e aperta contrapposizione a un ministro dell’esecutivo. Il cartellino rosso inflitto “dall’arbitro” è stato indirizzato al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

È stata un’entrata a gamba tesa e a martello per arrecare il maggior danno possibile a un giocatore che ha avuto la disavventura di esprimere concetti che non sono considerati dal mainstream, politicamente corretti. Il neo ministro è stato massacrato dalle penne rosse quando, a causa della grave crisi demografica legata alla natalità, ha osato affermare che “bisogna aiutare gli italiani a fare più figli, non ricorrere agli immigrati” per evitare il rischio della “sostituzione etnica”. L’essere nazionalisti, inteso come amor patrio e non come odio degli altri, è nelle corde di movimenti politici che si richiamano ai valori conservatori di: Dio, patria e famiglia. Un arbitro che svolge correttamente la sua funzione deve cercare di condurre la partita nella maniera più equilibrata possibile e non alimentare la naturale conflittualità dei giocatori in campo.

Qual è stato il reale motivo che ha indotto l’inquilino del Colle, in maniera del tutto gratuita, ad alimentare polemiche buttando benzina sul fuoco? La risposta è nella lettura degli editoriali di ieri sui giornali schierati a sinistra. Sono arrivati a scrivere: “Pensate a un Paese senza Matterella e con un presidente eletto direttamente dal popolo”. Che orrore la democrazia! Ancora più irritante per me è stata l’ascolto di una rassegna stampa, una volta condotta dal grande Massimo Bordin, che ha stigmatizzato il fatto che i quotidiani di area del centrodestra non hanno dato lo stesso rilievo a quanto affermato “dall’arbitro” per mancanza di “coraggio”. Evidentemente, per compensare la “disattenzione” dei direttori responsabili, il conduttore ha dedicato decine di minuti alla lettura di articoli tutti orientati contro il ministro.

È indispensabile una riforma costituzionale, così come previsto nel programma di governo del centrodestra e sulla base del quale la coalizione ha vinto le elezioni, che preveda l’elezione diretta per suffragio universale del presidente della Repubblica. Viva la democrazia!

Aggiornato il 24 maggio 2023 alle ore 10:13