Un nuovo Umanesimo Europeo contro la guerra

martedì 14 marzo 2023


Europa al bivio, Europa in crisi, Europa invasa, Europa sull’orlo della guerra? Potrebbe “Un Nuovo Umanesimo in Europa” salvare l’uomo e il Continente? A questo interrogativo ha cercato di rispondere il Convegno organizzato nella Sala Capitolare del Senato di Roma, su iniziativa del Senatore di Forza Italia Mario Occhiuto, in collaborazione con le Associazioni “Italia Romania Futuro Insieme”, Anno Marguttiano e “Human 4 Human” Association. Un variegato caleidoscopio di pensatori, studiosi, artisti italiani e stranieri hanno esposto le loro indicazioni. In sintesi: “L’umanesimo, inteso come filosofia e come stile di vita che mette al centro la dignità umana, può offrire un importante contributo per costruire una società più giusta, solidale e creativa”. Sul tavolo i temi cruciali: la crisi delle istituzioni democratiche, la questione dell’immigrazione, la sfida ambientale, la trasformazione del lavoro e l’importanza della cultura e della conoscenza.

“A Bruxelles si respira ancora un sistema penale arcaico – ha commentato Fabio Maria Galiani, avvocato transnazionale – e non è questa l’Europa che ci serve. Occorre fare molti passi verso il pieno riconoscimento dei diritti umani e verso una trasformazione dei criteri di confini e cittadinanze per affrontare la sfida dell’immigrazione come stabiliscono i trattati internazionali”. La nuova strada secondo l’avvocato Fabio Maria Galiani potrebbe venire dall’affermarsi della “giustizia riparativa”, che si offre come superamento dei moderni processi mediatici.

Tetyana Tarasenko, ucraina, una laurea in lingue, da venti anni in Italia dove ha conseguito la laurea in scienze politiche, è una delle principali promotrici di attività per ucraini e stranieri, fondatrice e direttrice della scuola “Prestigio” e consigliere centrale del Coordinamento Organizzazioni ucraine in Italia. “Abbiamo bisogno delle leggi dell’umanesimo per difendere donne, bambini, giovani, adulti – ha spiegato –. L’esperienza dell’accoglienza in corso, che ha mobilitato decine di associazioni e coinvolto plurimi soggetti, ha messo in evidenza lo strumento delle imprese sociali. Io sogno un tempo in cui i ricchi e i poveri dialoghini e collaborino e immagino una comunicazione tipo ‘C’è posta per te’, in cui chi possiede offra a chi non ha”.

“Ma senza un orizzonte cristiano ogni esperimento è destinato a fallire” è stato il messaggio di Bohumil Petrik, giornalista ceco-slovacco presso la Sala Stampa Vaticana, il quale ha rimarcato il ruolo fondamentale della cultura cristiana come spirito identitario: “Altrimenti l’Europa rischia di smarrire la sua natura e missione”. Anche se il Vecchio Continente è sempre di più culla di genti, religioni, provenienze, come ha dimostrato Fatima Neimarlija, presidente della Commissione Bosniaca ed Erzegovina a Roma, la quale ha commemorato il massacro del luglio 1995 di Srebrenica quando le truppe serbo-bosniache entrarono nella città e massacrarono la popolazione musulmana, circa 8 mila tra donne, giovani e uomini. “Le donne vittime di violenze in tutta la Bosnia ed Erzegovina sono state tra le 20 e 25 mila in 73 comuni e queste vittime ancora incontrano per strada i loro aguzzini mai condannati. Il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja ha stabilito che lo stupro etnico equivale a un crimine contro l’umanità e in questo l’Europa deve fare di più. Dalla fine della guerra sono passati 25 anni, dobbiamo educare i giovani a costruire la pace e la rotta balcanica è essenziale per una stabilità nel Mediterraneo”.

La pace vuole due parti – ha sottolineato il professor Fernando Crociani Baglioni –. Ognuno deve rinunciare a qualcosa e vanno ascoltate le ragioni degli uni e degli altri, per dirla con le parole di Papa Francesco. Il muro contro muro alimenta lo scontro, mentre la pace favorisce gli scambi”. Come quelli illustrati da Iana Nekrassova, autrice del libro “Fedor Sabašnikov e Il Codice sul volo di Leonardo da Vinci”, l’intuizione leonardesca che determinò per secoli lo sviluppo della scienza dell’aeronautica. Il capolavoro di oltre 500 anni ha una storia piena di eventi: è stato sia un trofeo di Napoleone che la preda di uno scienziato cleptomane. Fino al momento in cui un mecenate russo proveniente da una piccola città siberiana, Fedor Sabašnikov, decise di pubblicare il prezioso manoscritto. Esattamente 130 anni fa il ‘Codice sul volo degli uccelli’ di Leonardo ha visto la luce come edizione stampata per la prima volta nella storia. Oggi sia l’originale del Codice che la prima copia si trovano nella Biblioteca Reale di Torino. “Leonardo è l’uomo dell’Umanesimo e la sua lezione geniale segna la via di passione e ragione per cui le odierne complessità non devono farci paura”.

La storia d’Europa è anche una storia di donne e di antesignane dei diritti come Christine de Pizan, narrata e fatta rivivere da Isabel Russinova, l’attrice bulgaro-istriana, corrispondente onoraria del Mediterranean Academy of Culture, Tourism and Trade, insignita dal ministero della Cultura della Repubblica Popolare di Bulgaria, fondatrice e direttore artistico della società di produzione Ars Millennia Production. “Christine, nata a Venezia nel 1365, figlia del medico astrologo Tommaso di Benvenuto da Pizzano passato al servizio di Carlo V, rimasta vedova si rifiutò di risposarsi o andare in convento – ha raccontato la Russinova –. Da “madre single” per quei tempi ha cresciuto i figli e ha scritto attingendo alla ricca biblioteca regale, lasciando opere che segnano valori universali come la conoscenza, la volontà, la bellezza e la giustizia. Un esempio di coraggio e affermazione in questo mondo sconvolto da 58 conflitti e dalle rivoluzioni, come quella iraniana, che vedono le donne al centro”.

Al tema dell’unità dei cristiani è tornata Caterina Comino, archivista e paleografa, studiosa di San Benedetto, che ha illustrato la “Regola benedettina” dimostrando quanto fosse efficace non solo per i monaci, ma nelle sue declinazioni temporali, materiali e spirituali come ancora oggi si adatti ai bisogni degli uomini. “Per questo oggi molte aziende vedono nei conventi e nei ritiri le possibilità per i necessari approfondimenti, a cui non si sottrae neppure il mondo del profitto. Il motto labora et non ratristari (lavora e non ti rattristare) è un utile viatico contemporaneo”.

Ai volti delle donne contemporanee ha dedicato un ritratto omaggio al tema del Convegno l’artista Oana Alina Poleacec e della nuova dimensione dell’arte e del femminile artistico ha parlato la storica Cristina Mandosi, rimarcando che l’Europa deve funzionare come “spinta a guardare oltre i propri confini e come superamento del passato. “Un nuovo Illuminismo – ha auspicato – al servizio dell’uomo comune, in cui l’arte sia stimolo per restituire ciò che abbiamo contemplato, secondo la lezione di Tommaso d’Aquino”. Di “un umanesimo europeo per una nuova classe dirigente di uomini di pace e di nuovi diplomatici per la pace” ha parlato Simona Farcas, presidente di Italia-Romania Futuro Insieme e tra gli ideatori del Convegno. Tema ripreso dalla scrittrice russa Elena Stepanoff Scamacca del Murgo, mentre Mihaela Scheffer, romena d’origine, diplomata al Conservatorio, per anni nel Coro dell’Orchestra Rai e per l’Azienda progettista nelle Relazioni Internazionali, ha raccontato l’impegno di riportare in Italia, in via Asiago, l’Orchestra Europea dei Giovani diretta dal ’76 al ’94 da Claudio Abbado.

La poetessa, traduttrice ed intellettuale romena di origine moldave Tatiana Ciobanu ha sollevato il lato emotivo del bisogno umanistico europeo, citando la poetica di Annamaria Ferramosca per “una parola che sia costruzione di epoche” e il lavorio del verso nel ripulire le macerie delle violenze in coalizione con i poeti stranieri “perché questo fondere anime, intenti e opere è la strada su cui far viaggiare il futuro”. “Anche l’economia ne può trarre vantaggio se, abbandonando l’idolatria e i vuoti valori del surplus, si specifica nella sostenibilità”, ha rilevato Chiara Subrizi, economista e animatrice di Economy of Francesco, l’Hub laziale che spinge sulle radici della fratellanza come bene comune.


di Donatella Papi