È tornata la politica estera italiana

La lunghissima stagione di governi tecnici o di esecutivi cosiddetti del presidente avevano reso marginale (e sono generoso) il ruolo e il peso internazionale dell’Italia.

Governi non espressione della volontà popolare, creati artificialmente con manovre di palazzo, hanno reso il nostro Paese suddito di una Europa dominata da una nomenklatura diretta espressione dell’asse e degli interessi franco-tedeschi a scapito del nostro Paese. Memorabile fu il golpe politico-finanziario orchestrato dalla cancelliera Angela Merkel e del presidente francese Nicolas Sarkozy, con la sponda determinante in Italia del presidente Giorgio Napolitano, che costrinse il Governo Berlusconi alle dimissioni. Il Cavaliere rappresentava un elemento di disturbo alla egemonia franco-tedesca in Europa. La politica estera attuata dal presidente Silvio Berlusconi in Libia ostacolava gli interessi economici dei francesi. Gli esecutivi italiani dovevano avere il nulla osta del Presidente della Repubblica in Italia e il beneplacito delle oligarchie europee. Governi eterodiretti che gestivano il Paese sulla base di pianificazioni economiche e finanziarie stabilite in Europa. La politica estera attuata dal presidente Berlusconi era la diretta continuazione delle politiche estere seguite da grandi statisti del calibro di Giulio Andreotti e Bettino Craxi. Statisti perfettamente integrati nelle grandi organizzazioni internazionali come la Nato, ma con una politica estera autonoma nei confronti del Nord Africa e dell’Est europeo.

Il ruolo diplomatico dell’Italia nel mondo aveva un peso specifico anni luce diverso da quello attuale. Il democristiano Andreotti e il socialista riformista Craxi riuscivano ad avere contemporaneamente eccellenti rapporti con Israele e con i Paesi arabi. L’Italia era perfettamente integrata nel Patto Atlantico ma manteneva rapporti privilegiati con l’ex Unione Sovietica.

Giorgia Meloni e il ministro degli esteri Antonio Tajani, con gli accordi siglati, in Algeria e con il “Piano Mattei” a mio avviso stanno ripercorrendo scelte politiche strategiche che possono concorrere a riportare l’Italia tra i Paesi protagonisti della diplomazia internazionale.

Aggiornato il 26 gennaio 2023 alle ore 11:29