La manovra rischia di ingolfarsi

Perder tempo, a chi più sa, più spiace. Il vecchio adagio veniva ripetuto dall’insegnante ai suoi scolari. Il messaggio, però, non deve essere stato recepito, nelle stanze dell’opposizione, dai maestrini e dalle maestrine (meglio specificare la distinzione di sesso, vista la mannaia del politicamente corretto che sta sopra le nostre teste). Infatti, dopo l’occupazione della Commissione, le proteste via social, l’appello al presidente del Senato, Ignazio La Russa, le minoranze riescono a ottenere più tempo per l’esame, almeno formale, della legge di Bilancio. Il che significa far slittare l’ok finale di Palazzo Madama alla tarda mattinata di domani, ovvero quando Giorgia Meloni affronterà la sua prima conferenza stampa di fine anno.

Il presidente del Consiglio, va detto, sembra non voler pensare troppo a questi bastoni messi, ad arte, tra le ruote dell’Esecutivo. E sui social commenta: “Vogliamo restituire a questa Nazione l’ottimismo e l’orgoglio che merita. Perché c’è un’Italia che vuole credere, che vuole combattere al nostro fianco, che vuole alzare la testa, che vuole andare avanti e che vuole crescere. E noi lavoriamo per ridare futuro e visione alla nostra amata terra”.

Allo stesso tempo, Guido Crosetto, ministro della Difesa, in un’intervista al Messaggero e al Mattino – parlando della manovra – segnala: “A quelli che sostengono che abbiamo elargito mance, rispondo che non abbiamo sprecato un solo euro. Noi abbiamo lavorato per la crescita”. Inoltre, evidenza che al problema dei tempi stretti si aggiunge anche “quello di una classe dirigente, nei ministeri e in ogni settore della macchina burocratica, che va cambiata in profondità. Non si può pensare di fare politiche nuove e diverse se, nei posti chiave, tieni funzionari che hanno mentalità vecchie o servono ideologie di cui noi rappresentiamo l’alternativa. Il termine scade a fine gennaio. Di certo, non è facile sostituire le burocrazie esistenti. Bisogna tagliare con il machete alcune catene che bloccano lo sviluppo dell’Italia: ora ci vogliono 17 anni per realizzare un’opera pubblica, dovranno diventare 4 o 5 al massimo”.

Il timing, salvo sorprese, è presto fatto. Il disegno di legge di Bilancio approda a Palazzo Madama alle 10 per la discussione generale, al termine della quale sarà posta la fiducia. Dalle 9 partiranno le dichiarazioni di voto, seguite dalla chiama e quindi dal voto finale sul provvedimento. Per le 12 dovrebbe arrivare il via libera definitivo. A stabilirlo, all’unanimità, la Conferenza dei capigruppo.

Intanto, dalla maggioranza traspare un velato ottimismo. Far trascorrere un giorno in più, in sostanza, non è una tragedia, visto che il sigillo alle ultime manovre è stato messo il 30 dicembre. E Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia in Senato, al Tg2 glissa: “Stiamo lavorando per approvare la manovra nel più breve tempo possibile, perché gli italiani meritano risposte concrete e immediate sul caro bollette, il lavoro, le pensioni minime. Ci auguriamo che anche le opposizioni dimostrino analogo senso di responsabilità e di attenzione all'interesse dei cittadini”. Allo stesso tempo, Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato degli Azzurri, puntualizza: “Per quanto riguarda la vicenda dei balneari, nella legge sulla Concorrenza avevamo indicato delle date del 2023/2024, nella certezza che, vincendo le elezioni, il centrodestra avrebbe potuto guadagnare ulteriore tempo. Per questo Forza Italia chiederà, con un emendamento nel decreto Milleproroghe, di posporre queste date, in modo tale che Governo e maggioranza abbiano il tempo di affrontare, nei modi dovuti, l’annosa questione delle concessioni, inducendo l’Unione europea ad atteggiamenti diversi e trovando il modo di superare un’ingiusta sentenza del Consiglio di Stato”.

Il provvedimento, in sostanza, deve essere approvato entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio. Previsto dall’articolo 81 della Costituzione, rappresenta un’eccezione rispetto al naturale svolgimento della sessione di bilancio. L’effetto principale dell’esercizio provvisorio, quindi, è rappresentato dai vincoli stringenti per la spesa pubblica.

Raffaella Paita, presidente dei senatori del Terzo Polo, twitta: “Grazie alla nostra tenacia e insistenza la manovra arriverà in Aula il 29 dicembre: una magra consolazione, forse, ma perlomeno avremo un po’ di tempo per esaminarla”. E Matteo Salvini – vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – rilancia: “In un momento così difficile abbiamo dovuto fare delle scelte”. Il leader del Carroccio, in più, è “soddisfatto, perché abbiamo fatto il possibile in un momento così difficile. E penso che l’impronta della Lega si sia vista. C’è chi va in pensione e chi no, c’è chi ha la seconda casa e chi non ce l’ha. Una cosa però fanno tutti: pagano le bollette della luce e del gas. E noi, come avevamo promesso in campagna elettorale, la gran parte delle risorse l’abbiamo messa per le bollette”.

Aggiornato il 29 dicembre 2022 alle ore 10:06