Franco Frattini: un ricordo

Tra migliaia di studenti dei corsi di Diritto romano, tutti impressi nel mio cuore, si staglia il volto di Franco Frattini. Ero una giovane assistente di Riccardo Orestano alla Sapienza, nell’anno accademico 1977-1978, e svolgevo quelli che allora si chiamavano esercitazioni, poi gruppi di studio, quindi seminari. Quando Franco Frattini, ventenne, entrava nella stanza di Orestano, al terzo piano dell’Istituto di “Diritto romano e dell’antico Oriente Mediterraneo”, la riempiva. Arrivava puntualissimo, con il casco sottobraccio, abbronzato, assetato di sapere, apprendere, faceva domande, ipotizzava ricostruzioni, collegamenti e si dava anche risposte. Gli assegnai l’approfondimento di “Teoria normativa e teoria istituzionale – Teoria della finzione e teoria della realtà” e insieme ad un altro collega si divisero i compiti. Bruno Amodio, altro giovane molto serio e preparato, scelse Kelsen, Frattini Santi Romano.

Il migliore studente in assoluto nei nove lustri che ho trascorso in Università: intelligentissimo, curiosissimo, sorridente, eloquio elegante, con un linguaggio ricercato e incisivo di estremo rigore, con i suoi occhi neri seguiva un percorso mentale con grande semplicità e naturalezza, con uno sguardo sulla realtà. La sua carriera è stata costellata di infiniti successi. Appena compie ventiquattro anni è procuratore dello Stato, quindi avvocato presso l’Avvocatura generale dello Stato; a ventisette magistrato del Tar Piemonte, a ventinove vince il concorso al Consiglio di Stato; e a gennaio 2022 diventa presidente dell’organo.

Riveste ruoli politici nazionali ed internazionali, prestigiosi incarichi, tra i tanti: nel 1994 è segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri; e poi ministro per la Funzione pubblica e per gli Affari regionali; ministro per la Funzione pubblica e per il Coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza; ministro degli Esteri prima dal 2002 al 2004 e poi nuovamente dal 2008 al 2011; vicepresidente della Commissione europea e commissario per la Giustizia, Sicurezza e Libertà dal 2004 al 2008; coordinatore del gruppo dei ministri degli Esteri del Ppe dal 2008 al 2011.

In tutto quello che faceva Frattini primeggiava, appassionato della res publica, con un profondo rispetto delle regole, conoscitore del passato ma attento alle future generazioni. Tra le varie occasioni d’incontro, vorrei ricordare, in particolare, un Convegno nel gennaio 2017, organizzato dalla Libera Università Maria S.S. Assunta e dal Centro Studi Rosario Livatino, ideatore Alfredo Mantovano, su Diritto e integrazione. In tempo d’immigrazione il contributo della scienza giuridica a una convivenza civile. Franco Frattini fece una lectio magistralis, incantando l’uditorio. Il Cardinale Giovan Battista Re ha detto nell’omelia dei funerali di Frattini che “le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”. Mi piace chiudere questo ricordo richiamando le parole di Cicerone: “Per coloro che hanno conservato, aiutato, ingrandito la patria è assicurato un posto in cielo, dove beati godono l’eternità” (“... Omnibus, qui patriam conservaverint, adiuverint, auxerint, certum esse in caelo definitum locum, ubi beati aevo sempiterno fruantur” (De rep. VI, 13).

A Dio Frattini!

(*) Già ordinario di Diritto romano nell’Università Maria SS. Assunta

(**) Tratto dal Centro Studi Rosario Livatino

Aggiornato il 28 dicembre 2022 alle ore 16:36