Pd, congresso anticipato e sostegno a D’Amato nel Lazio

Il congresso del Pd sarà anticipato. La data definitiva sarà decisa sabato, nel corso dell’Assemblea nazionale. Intanto, la direzione del Lazio dà il via libera ad Alessio D’Amato, candidato alla presidenza della Regione per il partito. Si registrano delle resistenze rispetto alla proposta di “primarie vere” avanzata dall’assessore regionale pentastellata Roberta Lombardi. L’ombra di Carlo Calenda su D’Amato? “Non c’è l’ombra di nessuno – ribatte il responsabile Enti Locali, Francesco Boccia – c’è il Pd che dà un’indicazione molto chiara e Alessio D’Amato lavorerà ad allargare ancora il più possibile la coalizione”. Il Movimento 5 stelle prende tempo. Se il motivo ufficiale è che non c’è ancora la data delle Regionali, sottotraccia c’è chi pensa che ci sia ancora qualche margine di trattativa.

“Il Lazio? Ci lavoriamo in questi giorni”, risponde Giuseppe Conte. L’ennesima variabile in campo è la posizione ballerina dell’alleanza Verdi-Sinistra italiana: l’ala sinistra della “coalizione” potrebbe sciogliere la riserva domani durante l’incontro con il Pd locale. Le decisioni stentano ad arrivare pure in Lombardia, dove la direzione regionale del partito ha rimandato all’assemblea la discussione e il voto sull’esito del percorso di confronto con le altre forze politiche” per “un accordo sulla composizione della coalizione, sulla piattaforma programmatica e sulla candidatura”. Tra i nomi che circolano c’è quello dell’assessore alla Casa del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, che ha già manifestato la sua disponibilità, dell’europarlamentare Pierfrancesco Majorino su cui potrebbe convergere anche il M5s. Majorino “è una persona con cui si può discutere e dialogare” e con cui “sui temi ci si può iniziare a trovare”, si sbilancia il consigliere lombardo del M5s, Massimo De Rosa. Ma +Europa frena: “La carta migliore per +Europa resta quella di Carlo Cottarelli” e comunque “non siamo interessati a un fronte ampio che comprenda una forza populista e in ultima istanza dannosa quale il M5s”.

Tornando al congresso, la nuova leadership del Pd sarà determinante anche per le future alleanze e dal M5s arriva una spinta per Elly Schlein: “Da ex elettrice dico che se c’è veramente voglia di cambiare passo la sua candidatura sarebbe veramente un cambio di passo”, afferma la vicecapogruppo M5s, Vittoria Baldino. Se il dibattito sui nomi è ancora, per certi versi, prematuro, quello sui tempi è più che mai attuale. Nell’assemblea del partito, che si terrà sabato, sarà portata una petizione firmata da 700 iscritte e dirigenti dem “per anticipare il congresso a gennaio”. “Se dobbiamo stare a bagnomaria meglio accorciare i tempi”, concorda il sindaco di Firenze Dario Nardella. Sul fronte opposto, il coordinatore nazionale di Articolo 1, Arturo Scotto, si dice convinto che “un processo costituente vero abbia bisogno di tempi adeguati. Se tutto si comprime si rischia di sprecare un’occasione. Col massimo rispetto, il Pd dica se si tratta ancora di una costituente oppure di un congresso ordinario”.

Alessio D’Amato a margine dell’inaugurazione di una nuova struttura di accoglienza dell’associazione Peter Pan dice di non temere le primarie. “Se ci saranno le primarie, saranno primarie, perché primarie farsa? Se la coalizione decide di farle, c’è la massima disponibilità se questo serve per allargare. Nessun problema. Sono aperte a tutti, anche alla Lombardi se vuole partecipare”.

Secondo il sondaggio Monitor Regione Lazio di Winpoll, nella regione, in una eventuale competizione tra Francesco Rocca per il centrodestra, Alessio D’Amato per Pd, Terzo polo e centrosinistra e Stefano Fassina per il M5s, il primo otterrebbe il 40,5 per cento dei consensi, il secondo il 38,2 per cento e il terzo il 12,9 per cento. La percentuale di coloro che non sanno o non andranno a votare è del 40 per cento. Nelle intenzioni di voto che emergono dalla rilevazione sui partiti, FdI risulta in testa al 33,8 per cento, segue il Pd al 17 per cento che supera il Movimento, dato al 15,9 per cento. Azione e Iv sono quotati l’8,2 per cento, FI il 6,5 per cento, la Lega al 5,2 per cento, la federazione Sinistra-Verdi al 3,5 per cento, Più Europa al 2,8 per cento, Unione popolare all’1,3 per cento, Italexit all’1,1 per cento, altri al 4,7 per cento. Nella sintesi delle coalizioni, il centrodestra è accreditato del 45,5 per cento nelle intenzioni di voto, il centrosinistra e terzo polo del 31,5 per cento, il M5s del 15,9 per cento.

La percentuale di coloro che non sanno o non andranno a votare è del 26 per cento. Il sondaggio indaga anche la conoscenza dei tre esponenti politici: il 18 per cento conosce Rocca, il 73 per cento D’Amato, il 70 per cento Fassina. Il livello di fiducia che incassa il primo è il 66 per cento, il secondo il 53 per cento, il terzo il 38 per cento. In particolare, D’Amato ha l’82 per cento di fiducia tra gli elettori dem, il 77 per cento tra quelli di Iv-Azione, il 62 per cento tra i 5 stelle, il 52 per cento tra quelli di FI, il 38 per cento tra quelli di FdI, il 26 per cento tra gli elettori leghisti. Rocca ha il 65 per cento della fiducia degli elettori leghisti, il 51 per cento di quelli dem, il 59 per cento dei 5s, il 72 per cento di FdI, il 70 per cento di FI e il 67 per cento di Iv-Azione. Fassina incassa il 29 per cento di fiducia degli elettori leghisti, il 41 per cento di quelli del Pd, il 47 per cento in quelli dei 5s, il 27 per cento degli elettori di FdI, il 22 per cento di FI e il 29 per cento di Iv-Azione.

Aggiornato il 16 novembre 2022 alle ore 16:13