Chi gestisce la politica estera in Italia?

La telefonata tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il presidente francese, Emmanuel Macron è stato un atto, se non concordato con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di ingerenza nella politica estera dell’Esecutivo. Può un Capo dello Stato senza alcuna legittimazione popolare, eletto tra altro da un Parlamento che non rappresentava più l’orientamento politico degli elettori italiani, intervenire in questa delicata vicenda che vede contrapposti gli interessi della Francia e dell’Italia? Il Presidente della Repubblica si può sostituire all’Esecutivo in politica estera?

Le scelte politiche del Governo, in materia di contenimento dei flussi di migranti irregolari, è tra i punti cardine del programma politico dell’Esecutivo del centrodestra che è stato sottoposto al vaglio degli elettori. Avere buoni rapporti con i nostri vicini francesi è sicuramente un qualcosa che va perseguito senza risparmio di tentativi diplomatici, ma è competenza del nostro ministro degli Esteri e del capo del Governo. La disponibilità, alla negoziazione, però, deve essere reciproca!

Dalla nascita del Governo di centrodestra l’ingerenza di ministri francesi ha superato i limiti della decenza istituzionale. Nelle condizioni date, le modalità e i tempi di riavvicinamento con i “cugini” d’Oltralpe devono essere dettati dall’Esecutivo e non dal Capo dello Stato. Il comportamento dei governi francesi, negli ultimi decenni, è stato improntato su politiche che hanno danneggiato l’Italia, in alcuni casi con il concorso del Presidente della Repubblica che ha preceduto i due mandati dell’attuale capo del Quirinale. La guerra voluta da Nicolas Sarkozy contro la Libia di Muammar Gheddafi, avallata dall’ex Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, contro il Governo Berlusconi, ebbe l’effetto di destabilizzare la nazione nordafricana. La Libia del dopo Gheddafi è diventata, così, la base operativa dei trafficanti di esseri umani che fanno business sulla pelle dei migranti che li depositano sulle coste siciliane e che, per i nostri partner europei, rappresenta un problema “umanitario” soltanto nostro. Le isole siciliane non sono il confine dell’Europa?

La Francia di Sarkozy non fu certo mossa da motivazioni ideali ma da interessi “personali” e dal tentativo di scalzare il nostro Paese nello sfruttamento delle enormi risorse petrolifere della Libia. È accettabile per uno Stato europeo il comportamento dei francesi al confine di Ventimiglia? È abnorme che i francesi in questi giorni abbiano dislocato al confine 500 gendarmi, palesando una chiara volontà di ritorsione nei confronti del nostro Paese. È veramente da ammirare la pacatezza nei confronti della Francia di Giorgia Meloni e del nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani!

Aggiornato il 16 novembre 2022 alle ore 09:22