La sinistra dei lavoratori preferisce gli influencer

venerdì 2 settembre 2022


È una gaffe, ma spopola tra i teenager. Protagonista la candidata dem in Veneto, “under 35”, Rachele Scarpa, la quale in un video diventato virale ha dichiarato: “È necessario interrompere il circolo vizioso per cui il lavoro è l’unico mezzo di sostentamento per le persone”. Uscita ai limiti dell’“anticostituzionale” per una società fondata sull’articolo 1 della Carta, il quale recita che “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”? Certamente un punto sulla “campagna elettorale giovani” visto che la sinistra è identificata con il partito dei lavoratori. C’era una volta il partito dei lavoratori: oggi, stando allo slogan della sinistra verde, è diventato il partito dei furbi influencer.

Rachela Scarpa, 25 anni, la più giovane candidata del Partito Democratico, ha messo in serio imbarazzo il segretario Enrico Letta, anche perché non è nuova a uscite ad effetto, avendo pubblicato su Facebook un post critico sul “diritto di Israele a difendersi”. Questa volta è andata oltre, mandando in crisi l’impianto valoriale occupazionale della sinistra. E, infatti, il presidente della Commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin, di Italia Viva, ha replicato con fermezza all’idea che “il lavoro” non debba più essere l’unico mezzo di sostentamento: “Che cosa significa?”, ha obiettato. “Che lo debba invece essere la rendita, dietro cui non c’è produzione, crescita, occupazione? Oppure il sussidio? E in quel caso, chi produce il reddito necessario per creare e distribuire il sussidio? Altri “mezzi di sostentamento”, sul momento, non me ne vengono in mente”.

Il centrodestra ha risposto con gli opinionisti in campo, indicando a cosa porta la politica del disimpegno giovanile, dei bonus a pioggia, delle forme parassitarie di reddito di cittadinanza, dei disincentivi al lavoro contro il massiccio programma di Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia per l’occupazione. Giorgia Meloni, la leader della destra data in testa dai sondaggi, ha parlato di una “rivoluzione lavoro”, indicando tra i primi obbiettivi il taglio del cuneo fiscale per imprese e lavoratori, la defiscalizzazione e gli incentivi alle assunzioni in particolare per donne e giovani.

“La legge sul salario minimo non risolve il problema, è uno specchietto per le allodole – ha spiegato – i salari in Italia sono ridicoli perché la tassazione è al 47,5 per cento. Se vuoi alzare i salari, devi abbassare le tasse”. Lo slogan lanciato da Fratelli d’Italia va contro l’ideologia dell’assistenzialismo delle sinistre: “Più assumi e meno paghi”. Con particolare riguardo al “talento” e alla formazione, visto che Giorgia Meloni ha indicato cambiamenti nell’istruzione superiore, qualificando licei e istituti tecnici e creando scuole per il made in Italy.

Non meno corposo il “piano Lega per il lavoro”, che si snoda su vari punti: conciliazione vita-lavoro-famiglia per madri, padri e tutela del lavoro per giovani madri; vantaggi sulla defiscalizzazione, voucher e lotta al lavoro irregolare, ridefinizione degli ammortizzatori sociali, incentivo politiche attive e flessibilità alla pensione, in particolare abolizione del reddito di cittadinanza” per tutti coloro che possono lavorare.

Due impianti diversi e un ribaltamento concettuale storico: il centrodestra affronta la grande platea degli occupati e le criticità del lavoro con l’accento sui giovani, la sinistra passa alle nuove piattaforme e al mondo degli influencer. Già, perché non è solo una battuta quella della giovane dem Rachele Scarpa sulle alternative al lavoro tradizionale. Come il gender rivoluziona le relazioni, così la sinistra ha spostato l’asse occupazionale sul grande giro delle piattaforme e il volume di affari degli influencer. I miti sono gli imprenditori da capogiro come Chiara Ferragni, come il re di Tik Tok, Khaby Lame, il senegalese di recente cittadino italiano che con i suoi video vanta 147,2 milioni di follower e un patrimonio stimato tra 1,3 e 2,7 milioni di dollari, per non dire di Elisa Esposito, la diciannovenne milanese che da anonima alunna di una scuola di estetica vola nei contatti e nei guadagni facendo la “prof di corsivo”. Non sono eccezioni. Dietro un popolo di ragazzi e ragazze delusi e confusi cerca strade alternative. È fiorita un’editoria stupefacente – “come fare soldi senza lavorare” – una linea di tutorial che propongono come sfruttare le piattaforme e i vari siti per ricavare inizialmente a quello che una volta si arrotondava facendo la babysitter e il cameriere e da lì scalare le entrate. Con l’engagement, ossia la capacità di attrarre utenti. Si può scrivere, fare foto, sondaggi, investire, affittare, vendere. Si va dalle 300 euro in su. Una spiegazione dell’incessante uso da parte dei giovani dei telefonini, del sempre connessi, della trasposizione nel virtuale. Occorre considerare le nuove opportunità e il mondo digitale, certo, ma più di tutti difendere la realtà e la vita. Per questo andare a votare e vincere.


di Donatella Papi