Migranti, Nordio sferza la sinistra: “Il blocco navale non è un atto di guerra”

giovedì 1 settembre 2022


Carlo Nordio attacca la sinistra sulla questione migranti. L’ex magistrato, candidato di punta di Fratelli d’Italia, in un’intervista a Repubblica, sferza i progressisti sul “blocco navale” invocato da Giorgia Meloni per arginare l’immigrazione clandestina. “Nel programma di FdI – sostiene – è scritto chiaramente che il blocco navale si fa con l’accordo con gli Stati rivieraschi. Lo stesso lo fecero con gli albanesi i governi di sinistra 24 anni fa”. In pratica, la proposta di Fdi si configurerebbe come una missione europea in accordo con le autorità nordafricane. Per Nordio, il “blocco” non sarebbe affatto un pericoloso gesto sovversivo in grado di scatenare una guerra.

L’ex magistrato cita l’esempio della Legge Turco-Napolitano: “In Italia – afferma – si entra solo con il permesso, chi viola viene espulso, e chi resta nonostante l’espulsione viene processato. Era più severa del blocco navale”. Secondo Nordio, il “blocco” è semplicemente la principale soluzione proposta da Fratelli d’Italia “per frenare gli arrivi indiscriminati nel nostro Paese”.

Nordio si esprime anche sulla questione giustizia. È convinto che si debba rendere ancora più garantiste le Leggi Cartabia. Inoltre, si impegna, a nome del partito, a riscrivere il reato dell’abuso d’ufficio. “Va reso meno aleatorio ed evanescente. Lo hanno chiesto i sindaci. Hanno paura delle indagini, quasi sempre inconcludenti, e non firmano più nulla, con un danno economico immenso”.

Rispetto alla Legge Severino, l’ex magistrato critica la sua applicazione retroattiva “perché è pur sempre un provvedimento afflittivo”. Tra le priorità rientra anche la riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm), con la volontà di mettere da parte correnti e lottizzazioni tipo Cencelli: “Il sorteggio, nell’ambito di un canestro di magistrati e giuristi esperti, elimina questi rischi”.

Secondo Nordio è necessario tornare a parlare di immunità parlamentare. “Non rappresenta un’urgenza primaria – chiosa – ma in prospettiva serve per garantire l’autonomia della politica dalle interferenze improprie della magistratura, che in questi anni sono state numerose e rovinose”.

Nordio, infine, sceglie il basso profilo. Sulle sue ambizioni come ministro della Giustizia, risponde: “Se fossi eletto starei meglio alla commissione Giustizia. Le leggi le fa il Parlamento, non il ministro”.


di Manlio Fusani