Alla ricerca della valle incantata

martedì 26 luglio 2022


Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Andrea Cangini, Giusy Versace, Annalisa Baroni ed ora anche Mara Carfagna. Questi, ad oggi, i politici che hanno deciso di lasciare il proprio partito di riferimento, ovvero Forza Italia. Per andare dove? Ma ovviamente al centro: un luogo mitico, da favola, quasi fosse la tanto agognata valle incantata dove i miracoli sono possibili.

E mentre nella coalizione di centrodestra si fa finta di non vedere il problema della leadership non dichiarata (perché Silvio Berlusconi e Matteo Salvini forse faticano - e non poco - a concedere lo scettro a Giorgia Meloni), gli “scappati di casa” preferiscono addirittura buttarsi fra le braccia di Enrico Letta e Carlo Calenda pur di non ritrovarsi più in mezzo ai soliti giochini di potere che alla fine si dimostrano sempre altamente masochistici.

Quindi, al netto della guerra in Ucraina che non accenna minimamente a fermarsi, della crisi energetica con conseguente crescita dell’inflazione e relativo impoverimento della popolazione come non si vedeva da 30 anni, dello strascico di una pandemia durata due anni che ha ficcato il globo intero, del problema siccità che probabilmente produrrà un nuovo esodo dai territori maggiormente colpiti,  la caduta del governo Draghi si sta trasformando nel gioco dell’oca: vince chi arriva primo ad accaparrarsi un posto per non perdere i privilegi finora acquisiti.

Non è una novità che, ormai da tempo, dietro le quinte si stia armeggiando per la creazione del nuovo centro. E la caduta dei grillini ha dato l’accelerata finale a questo progetto. Ma i politici tutti non dovrebbero perdere di vista il vero obiettivo: guadagnare e mantenere la fiducia dei cittadini. Che, guarda un po’, sono anche gli elettori che possono assicurare il loro comodo posto in poltrona.

Il vero miraggio sarebbe riuscire a vedere un po’ di serietà da parte della nostra classe politica. Non c’è da sorprendersi allora che il primo ed unico vero partito vincente sia quello dell’astensionismo.


di Claudia Diaconale