Conte e Draghi: l’ora della verità

mercoledì 6 luglio 2022


Si è concluso dopo oltre un’ora il confronto tra Mario Draghi e Giuseppe Conte. L’incontro può decidere il destino del governo e della legislatura. Il leader pentastellato è arrivato a Palazzo Chigi intorno a mezzogiorno. Il faccia a faccia tra i due giunge dopo le tensioni degli ultimi giorni nella maggioranza che sostiene l’esecutivo. Il Consiglio nazionale grillino ha dato un mandato preciso al presidente: confermare al premier la linea governista del Movimento 5 stelle. Ma a determinate condizioni. Secondo quanto si è appreso da fonti che hanno seguito la riunione, al momento, sembrerebbe essere passata la linea aperturista e pronta al dialogo. Nel corso della riunione si sarebbero confrontate, anche in maniera ruvida, le varie anime dei pentastellati. Un fatto è certo. La permanenza al governo dei cinque stelle dipende dalle risposte concrete che verranno date da Draghi ai punti delle varie richieste, fanno sapere fonti del M5s: dalla difesa del superbonus al salario minimo, da misure sull’agenda sociale a una conferma del reddito di cittadinanza.

Conte è stato netto all’uscita da Palazzo Chigi: “Ho consegnato un documento” al premier Draghi, espressione di “un forte disagio politico” del Movimento 5 stelle. “Servono risposte chiare in tempi ragionevoli”, ha osservato Conte riferendo che Draghi ha preso tempo. “Siamo disponibili a condividere una responsabilità di governo, come fatto fino a ora in modo leale e costruttivo”, la premessa dell’ex presidente del Consiglio, che ha poi elencato quali sono i passi che, a suo dire, dovrebbe compiere il governo. “Ieri – ha sostenuto – sono aumentati i prezzi di energia e gas e dobbiamo intervenire immediatamente con un intervento straordinario, 200 euro non bastano. Dobbiamo approvare il salario minimo, dobbiamo offrire a tutti i contribuenti un piano di rateizzazione straordinaria delle cartelle fiscali. Ovviamente non permettiamo più che il reddito di cittadinanza sia messo quotidianamente in discussione. Vogliamo che sia sbloccato l’incaglio dei crediti del superbonus”. E ancora: “Sul Decreto Aiuti la nostra posizione è molto chiara, l’abbiamo già anticipata in Consiglio dei non partecipando al voto: c’è una norma che non c’entra nulla e va contro la tradizione del M5s. Noi non siamo qui per predicare la transizione ecologica di giorno e consentire nuove trivellazioni di notte”, ha spiegato Conte.

Intanto, ieri si è consumata l’ennesima giornata di fibrillazioni. L’oggetto del contendere è rappresentato dalle divisioni nella maggioranza, proprio a proposito del superbonus. Ma l’altra grana scoppiata ieri riguarda il Decreto aiuti. Un provvedimento che contiene misure per 23 miliardi di euro a sostegno delle famiglie, ma che dovrebbe includere anche un’opera come il termovalorizzatore di Roma. Una realizzazione che, com’è noto, registra la ferma contrarietà del M5s. “Non è il momento di fare previsioni, spero solo che vada bene”, ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini, a proposito dell’esito del confronto Draghi– Conte. “In una fase di opportunità e di insidie penso che una crisi sarebbe una delle cose più pazzesche che possa avvenire”, ha aggiunto il sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Sceglie un approccio diverso Ettore Rosato di Italia viva.

“Il M5s – attacca il fedelissimo renziano ai microfoni di Skytg24 – sta facendo perdere tempo su un decreto importante per famiglie e imprese in un momento complicato come questo, mentre tra l’altro Draghi è impegnato in incontri delicati. Questo non è certo il messaggio che dobbiamo dare agli italiani, serve mettere da parte le bandierine ideologiche per lavorare con unità nell’interesse del Paese”.


di Mino Tebaldi