“Caso Sicilia”, il centrodestra non trova la sintesi

Il centrodestra prova a ricompattarsi. Anche se la “spina” più dolorosa rimane il a Caso Sicilia. Giorgia Meloni pretende che Nello Musumeci sia ricandidato alla presidenza della Regione. Ma il plenipotenziario forzista nell’isola Gianfranco Miccichè, nonostante le numerose smentite, l’8 maggio scorso rilascia un’intervista La Stampa nella quale definisce “fascista” il governatore. Anzi, per la precisione, “un fascista catanese”. In realtà, anche Silvio Berlusconi e Matteo Salvini gradiscono poco una riconferma di Musumeci, accusato di “umiliare i partiti della coalizione”. Per il leader leghista “l’importante è che decidano i siciliani, non si può decidere a Milano o a Roma. Il giorno dopo” le Amministrative “si può risolvere la questione Sicilia, come abbiamo risolto in passato”. Anche se Giorgia Meloni avrebbe voluto chiudere prima su Musumeci, così da non indebolirlo.

La frizione con Fratelli d’Italia ha caso lasciato il segno, soprattutto in casa Forza Italia. Il leader del Carroccio si espresso positivamente sul comunicato di FdI. “Io – dice – sono ottimista e fiducioso, lascio agli altri le agitazioni. Io lavoro per unire. In quasi tutti i Comuni dove si va al voto a giugno il centrodestra è unito, ci sono cinque o sei eccezioni. Ci sono stati toni o visioni un po’ diverse, ma niente di irrecuperabile”, aggiunge a Radio Anch’io, su Radio 1.

Come una “schiarita all’orizzonte” viene letta l’elezione di Stefania Craxi alla presidenza della commissione Esteri del Senato. “Un’ottima notizia – commenta Giorgia Meloni – perché dimostra nei fatti la compattezza del centrodestra. Uniti si vince. È accaduta una cosa abbastanza scontata. FdI tra un candidato M5s e un candidato di centrodestra ha scelto quello di centrodestra”. Il capogruppo alla Camera FdI Francesco Lollobrigida spiega al Tg2 che “Fratelli d’Italia vuole un centrodestra unito, forte, credibile, vincente, in grado di mantenere gli impegni con gli italiani e per farlo bisogna essere alternativi a Pd e M5S. Giorgia Meloni lavora con questo obiettivo, che è l’unica strada possibile. Non tradiremo mai gli impegni con gli italiani”. Ignazio La Russa rievoca il vertice di Arcore. “Sono stupito: Berlusconi ci ha letto una dichiarazione in cui appoggiava Musumeci e poi alle telecamere ha detto altro”, sottolinea in un’intervista a La Stampa. “Il dato positivo è che ci siamo visti e nessuno ha messo in discussione che alle politiche si debba andare insieme, ma questo è il minimo”.

Al vertice di Arcore, secondo la neo coordinatrice forzista in Lombardia Licia Ronzulli, “si è confermato che solo attraverso un’unità reale e sostanziale la coalizione, che rappresenta la maggioranza degli italiani, può essere vincente. Il centrodestra è sinonimo di buon governo a tutti i livelli territoriali”. A Repubblica dice che “per vincere ci vuole una coalizione unita. La coalizione è un valore se sta insieme e vince”. Quanto ai malumori nel partito, “i retroscena sono costruiti ad arte. Non vedo un partito diviso ma una formazione che sta lavorando tanto, che al governo sta ottenendo grandi risultati. La linea la dà sempre e solo Silvio Berlusconi”.

Eppure, si registrano ancora fibrillazioni interne a Forza Italia. In un colloquio con il Corriere della Sera, la ministra Mariastella Gelmini non riconosce “lo stile e il metodo del presidente Berlusconi. Nel partito c’è un deficit di discussione e condivisione e un problema di selezione della classe dirigente”. Anche il governatore della Liguria Giovanni Toti non nasconde i propri dubbi. “Il centrodestra – spiega – che doveva aprirsi alle formazioni minori, alle esperienze di sindaci e forze civiche, si è riproposto uguale a tre anni fa, chiuso nei tre partiti centrali. Giorgia Meloni è l’unica che sta perseguendo un’idea di centrodestra diverso”.

Aggiornato il 20 maggio 2022 alle ore 17:05