Aleksei Naval’nyj o, come diciamo noi, Navalny, non è Nelson Mandela, ma potrebbe essere accomunato a Madiba dallo stesso destino: prima bollato come terrorista e, poi liberato tra due ali di folla in diretta tv, dopo una vita trascorsa dietro le sbarre. Invece di minacciare ritorsioni fantasiose, Vladimir Putin farebbe meglio a ricordarsi le conseguenze dell’apartheid sul popolo sudafricano e su coloro che, ostinatamente, lo governarono in modo vergognoso. Farebbe bene a chiedere qualche informazione anche agli inglesi, o agli americani, per non ripeterne gli errori.

Chi pretende di schiacciare l’opposizione, prima o poi, ne viene sopraffatto e, magari, si ritrova un nero alla presidenza della Repubblica, acclamato – ci mancherebbe altro – anche dai bianchi. E, tuttavia, Madiba è stato al gabbio, quello duro, esattamente come Navalny, condannato per la gravissima colpa di non essere morto quando fu decisa la sua eliminazione. Bell’esempio di giustizia e di democrazia. Un “bravo’” a coloro che, infamando la toga di Giudice, hanno indossato la tuta dei servi.

Ai fenomeni da baraccone, coperti dal laticlavio del nostro Parlamento, che continuano a sostenere Putin, io direi questo: sono qui, seduto ad aspettare, sicuro che tra non molto, anche Navalny come Madiba, camminerà liberamente. Ciò che voi, miserabili, non saprete mai fare.

Aggiornato il 24 marzo 2022 alle ore 11:11