Ucraina, Meloni: “Status di rifugiato a chi scappa dalla guerra”

“La crisi internazionale non sia pretesto per calpestare la democrazia”. Giorgia Meloni, nel suo intervento alla Camera di ieri, dopo le comunicazioni del premier Mario Draghi sull’Ucraina, sostiene la necessità di una “risposta compatta ad aggressione”. Per la presidente di Fratelli d’Italia, “è ora di chiamare le cose con il proprio nome: dare lo status di rifugiato a chi scappa dalla guerra, le donne e i bambini, magari facendo il contrario con chi profugo non è”. Secondo Meloni, “questo è il tempo del coraggio, della fermezza, della libertà, della solidarietà, di una risposta compatta a un’aggressione militare che non possiamo accettare. Questo è il tempo di dare il massimo sostegno al popolo ucraino, che sta insegnando al mondo cosa significhi l’amore per la propria terra. Per la leader della destra italiana, “l’Italia non può che camminare al fianco dei suoi alleati. Noi abbiamo sempre difeso le nazioni dell’est, nel 1956 eravamo con Budapest, siamo dalla stessa parte della libertà”.

Meloni rivendica: “Eravamo noi che chiedevamo maggiori spese nella difesa, non ci può essere politica estera senza deterrenza militare. Noi guardiamo la politica estera dal punto di vista di un unico padrone, cioè l’Italia. Non abbiamo mai voluto vincere il premio di chi era il più atlantista, di chi era il più gradito alle cancellerie europee o piuttosto di chi era il miglio amico di Vladimir Putin, come piace fare ad altri qua dentro”. Poi sulle ragioni che hanno portato alla crisi Russia-Ucraina spiega: “Ci sarà il tempo per discutere degli errori. Per noi conta la difesa dell’interesse nazionale italiano, presidente Draghi se lei lo farà Fratelli d’Italia farà la sua parte. Noi non facciamo mai opposizione all’Italia ma al governo” sottolinea.

Meloni aggiunge: “Dobbiamo pretendere che l’Ue crei un fondo cospicuo per ristorare le nazioni maggiormente colpite dalle sanzioni, parlo di soldi a fondo perduto, non di altri debiti per stringerci il cappio attorno al collo”. Poi ricorda che non si tratta “certo di quello che potremmo fare con la riforma del Mes, su quella la nostra opposizione sarà totale”. Secondo la leader Fdi, “qualche critica è permessa, anche sulle doti diplomatiche di questo governo, ci permettiamo di nutrire qualche perplessità. presidente Mario Draghi ieri è saltato il collegamento con Macron perché non c’era campo, qualche giorno fa Zelensky è stato rimbalzato da un suo collaboratore evidentemente non adeguatamente informato. Questi sono fatti, neanche nella grotta di Bin Laden si avrebbero tutti questi problemi di comunicazione”.

Aggiornato il 02 marzo 2022 alle ore 16:59