Green pass per ritirare la pensione: firmato il decreto

Il dado è tratto: non sarà possibile andare in un ufficio postale a ritirare la pensione se non si ha il Green pass. Mario Draghi, presidente del Consiglio, ha firmato il Dpcm nel quale sono indicate le attività dove, dal primo febbraio, sarà possibile entrare senza certificazione verde: farmacie, parafarmacie, supermercati, alimentari, ottici, negozi per l’acquisto di carburante, di prodotti per animali e riscaldamento. Inoltre, senza pass, si potrà accedere negli uffici di pubblica sicurezza – o in quelli giudiziari – per presentare denunce. Discorso tabaccherie: per comprare le sigarette servirà il Green pass.

Che succede dal primo febbraio

Pertanto, dal primo febbraio non sarà necessario il Green pass per farmacie, parafarmacie, supermercati ma non sarà consentito acquistare beni non primari. Non solo: pure nelle attività essenziali, dove si potrà entrare senza certificazione verde, saranno effettuati dei controlli a campione. Dal primo febbraio la validità del Green pass andrà da nove a sei mesi.

La bozza del decreto

Secondo quanto indicato dalla bozza, per le esigenze alimentari e di prima necessità sarà possibile entrare oltre che nei negozi di alimentari anche in quelli “non specializzati” ma “con prevalenza di prodotti alimentari e bevande”, tipo ipermercati, discount, supermercati, minimercati ed esercizi di “alimentari vari”.

Cosa non è più obbligatorio dal 31 gennaio

Dal 31 gennaio, peraltro, cesseranno una serie di divieti comparsi con il decreto di dicembre: al netto di una nuova proroga, stop alla mascherina obbligatoria all’aperto in zona bianca mentre potranno riaprire le discoteche e si potranno organizzare le feste.

Incidenza casi Covid

Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus. E ha affermato: “Adesso vedremo un plateau, una stabilizzazione, la cupola di questa curva. Poi inizierà una discesa, così come sta accadendo in quei Paesi che hanno vissuto Omicron prima di noi, come il Regno Unito. Prima calano i contagi, poi i ricoveri e alla fine i decessi, in questo caso non accadrà prima di diverse settimane da oggi. Però già un notevole calo dei contagi porterà il sistema a essere più sostenibile in termini di tracciamento, ma anche della nostra quotidianità, penso ad esempio alle scuole”.

Studi sulla quarta dose

“Sulla quarta dose – ha puntualizzato – mi sembra che si cavalchino notizie, facendole diventare più nuove di quello che realmente è. Se si dice quarta dose, la popolazione pensa: oddio, ora serve pure la quarta dose per tutti. No, è stato fatto un progetto sperimentale dove si è visto che potrebbe essere utile una quarta dose per determinati soggetti, ma questo era anche prevedibile. I soggetti meno immunocompetenti possono avere bisogno di un ulteriore rinforzo, bisognerà capire chi sono questi soggetti e quando dovranno fare la quarta dose. Se oggi mi chiedete se a ottobre dovremo fare un’altra dose di vaccino, io rispondo che è ipotizzabile, forse dovremo fare una dose stagionale come per l’influenza, forse dovranno farlo solo alcune categorie. Forse – ha chiarito – servirà un richiamo che vale come quarta dose. Quello che stiamo dicendo non è un qualcosa di sconvolgente, potrà essere necessario un altro richiamo se questo virus continuerà a circolare. Oggi parlare di quarta dose per tutti è estremamente prematuro e fuorviante, non fa altro che portare incomprensioni”.

La situazione negli ospedali

“Sicuramente il problema del blocco delle liste operatorie avveniva, ovviamente in maniera inferiore, anche prima del Covid durante il picco influenzale – ha notato Sileri – accadeva anche in estate, quando diversi elementi del personale vanno in ferie. È chiaro che servano dei percorsi che possano proteggere la popolazione dei pazienti che devono essere operati. Servono percorsi definiti, strutture che possono avere una flessibilità anche lavorativa, con ad esempio il recupero delle liste di attesa su base volontaria ma che possa garantire anche un rimborso al personale sanitario. Però tutto ciò può essere fatto solo se si ha personale a sufficienza. Di recente è stato aumentato, ma in passato c’è stato un sottodimensionamento rispetto all’esigenza di personale”.

Sistema a colori delle Regioni

“Nell’immediato nessun cambiamento – ha terminato Sileri – credo nel sistema dei colori, credo anche però che possano essere rimodulati i parametri alla luce della circolazione di Omicron e alla luce del fatto che un crescente numero di popolazione è protetto con tre dosi”.

L’analisi di The Lancet su Lombardia e impreparazione del Governo

“La popolazione della Lombardia fu sconvolta dagli eventi e dall’inconsistenza della risposta da parte della sanità pubblica e delle autorità di Governo, oltre che da un piano pandemico obsoleto e non attuato”. Questo è quanto apparso nell’articolo della rivista scientifica inglese The Lancet dal titolo “Riconoscere gli errori del Covid nella sanità pubblica in risposta al Covid-19”. E poi: “I cittadini lombardi vennero messi di fronte all’orrore, ai propri affetti morti in casa senza cure e soli in ospedale, alla scarsità di ossigeno e bombole e alla confusione nellidentificare i corpi cremati”.

Aggiornato il 21 gennaio 2022 alle ore 15:30